Israele e la riforma della Giustizia,
prove di dialogo dopo le proteste

Il giorno dopo l’annuncio della sospensione della contestata riforma della giustizia promossa dal governo del Premier Benjamin Netanyahu, il clima in Israele rimane teso. In serata, dopo la grande mobilitazione nazionale contro la riforma e il conseguente annuncio di Netanyahu di uno stop per aprire a un dialogo, il presidente israeliano Isaac Herzog ha telefonato al Premier e ai leader dell’opposizione Yair Lapid e Benny Gantz, esortandoli ad avviare un “processo negoziale immediato” per raggiungere un accordo di compromesso. Per farlo, Herzog ha chiesto alle parti di istituire dei gruppi di negoziatori che si occupino di discutere nel merito i punti della riforma. Da Lapid e Gantz, riportano i quotidiani, il gruppo di nomi è già stato proposto, mentre si attende quello del Likud e degli altri partiti della coalizione.
In queste ore però a creare ulteriori polemiche è stata la scelta della coalizione di presentare alla Knesset per le votazioni finali il provvedimento sulla modifica del Comitato di selezione giudiziaria. Questo atto permetterebbe alla maggioranza di portare il disegno di legge all’approvazione parlamentare in qualsiasi momento. Secondo la coalizione si tratterebbe solo di un passaggio tecnico, ma l’opposizione lo ha interpretato come un tentativo di prepararsi a votare comunque la riforma.