L’Indonesia e il boicottaggio finito male
La squadra di calcio israeliana under 20 avrebbe dovuto giocare a fine primavera a Bali, in Indonesia. L’obiettivo era continuare a stupire, dopo l’ottima prestazione della selezione lo scorso anno ai campionati europei under 19 in Slovacchia. L’obiettivo rimane, ma cambierà la destinazione. L’Indonesia infatti non sarà più il paese ospitante del mondiale under 20 perché alcuni funzionari governativi hanno provato ad escludere la presenza proprio dei giovani israeliani. Un tentativo di boicottaggio finito male perché la Fifa, l’organizzazione che governa il calcio mondiale, ha deciso a questo punto di cambiare paese ospitante. Lo ha fatto dopo un incontro in Svizzera con i rappresentanti della federazione indonesiana. Nella riunione non si è arrivati a una soluzione e così la Fifa ha inviato un comunicato annunciando che l’Indonesia non ospiterà l’evento “a causa delle attuali circostanze”.
Il torneo era stato programmato in sei stadi indonesiani e Israele avrebbe dovuto giocare appunto a Bali. Ma il governatore dell’area, Wayan Koster, ha scritto al ministero dello Sport chiedendo di impedire alla selezione israeliana di giocare nella sua regione.
L’Indonesia, il Paese a maggioranza musulmana più popoloso del mondo, non ha relazioni diplomatiche con Israele. In più occasioni ha sostenuto la causa palestinese e promosso il boicottaggio dello Stato ebraico. Come in questo caso, finito però con un autogol.
Una situazione simile era accaduta nel 2019, quando la Malesia aveva perso i Campionati mondiali di nuoto paralimpico per essersi rifiutata di far entrare gli atleti israeliani.