Da Auschwitz a Boves,
il viaggio di Mattarella

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 18 aprile visiterà il campo di Auschwitz-Birkenau accompagnato dalle sorelle Andra e Tatiana Bucci, sopravvissute alla Shoah. Lo racconta La Stampa spiegando che l’organizzazione della visita, che cadrà nel corso della missione di Stato in Polonia e Slovacchia, è complessa. “Il viaggio di Mattarella coincide con l’annuale ‘marcia dei viventi’ tra Auschwitz e Birkenau in cui i sopravvissuti passano la fiaccola della memoria alle giovani generazioni. Il 18 aprile sarà anche Yom Hashoah – la giornata del calendario ebraico in cui vengono ricordate le vittime della Shoah – e in quei giorni ricorrono l’ottantesima commemorazione della deportazione e dell’annientamento della comunità ebraica di Salonicco e l’ottantesimo anniversario della rivolta del ghetto di Varsavia. Insomma, saranno migliaia le persone che andranno ad Auschwitz, senza considerare le cerimonie che si terranno a Varsavia e a Cracovia”. Mattarella si appresta ad andarci dopo otto anni al Quirinale, rileva il quotidiano torinese, “proprio adesso che a Roma è in carica il governo più a destra della Repubblica che in questi giorni è accusato dalle opposizioni, dagli storici e dall’Anpi di voler rileggere la storia e assolvere il fascismo”. Per il 25 aprile poi Mattarella dovrebbe recarsi a Boves, in Piemonte, teatro di un eccidio nazista.

Il presidente del Senato. Non si placano le polemiche generate dalle parole del presidente del Senato Ignazio La Russa che ha definito via Rasella “una delle azioni meno gloriose della Resistenza” perché i partigiani uccisero “una banda musicale di pensionati”, mentre invece si trattava delle truppe Bozen, “un reggimento armato fino ai denti e autore di numerosi omicidi”, ricorda La Stampa. “Il presidente di Palazzo Madama è stato costretto a tornare sulle sue parole e a fare marcia indietro, – scrive il Corriere della Sera – pur ribadendo come il senso della sua uscita non fosse polemica, ma tesa invece (spiegano i suoi) proprio a riportare pace. E lo ha fatto anche per placare una Giorgia Meloni molto arrabbiata fin dal primo momento per l’uscita del suo fedelissimo, e in pressing su di lui per chiudere al più presto un caso che può fare molto male al governo, tanto più in vista del 25 Aprile quando le opposizioni potrebbero dare battaglia”. Il presidente dell’Anpi Pagliarulo, evidenzia Repubblica, è tra coloro che chiedono le dimissioni di La Russa e spiega che quest’ultimo non è stato invitato a parlare dal palco della manifestazione nazionale per il 25 aprile a Milano. Il presidente dell’Anpi Milano, Roberto Cenati, aggiunge che “nessuna seconda carica dello Stato ha mai pronunciato parole così gravi, denigratorie e profondamente divisive sulla Resistenza”. Il Corriere segnala inoltre come “negli ultimi due giorni avevano preso posizioni molto critiche sia la comunità ebraica, sia le opposizioni”.
Su La Stampa il direttore Massimo Giannini scrive un editoriale molto duro contro La Russa. “Un post-fascista e post-missino che mai ha rinnegato tutto ciò in cui ha creduto e crede, e che per ciò stesso non avrebbe mai dovuto essere né candidato né eletto presidente del Senato”, sostiene Giannini, che poi elenca alcuni episodi recenti legati a La Russa: “Ha annunciato che non festeggerà il 25 aprile perché ‘festa divisiva e di parte’, e ha proposto di trasformarla in giornata di concordia nazionale per i caduti di tutte le guerre. Ha rivendicato il busto di Mussolini, custodito nel suo salotto di casa. Ha ricordato suo padre e celebrato l’anniversario dell’Msi, partito ‘libero e democratico’ e ‘rispettoso della Costituzione’. A Roma, nel Giorno della Shoah, ha condannato l’Olocausto e le leggi razziali senza mai pronunciare la parola ‘fascismo’, e ha rifiutato di incontrare uno degli ultimi sopravvissuti di Auschwitz, Sami Modiano, ‘per non politicizzare il tema’. A Gerusalemme, dopo aver visitato Yed Vashem, è sfuggito in silenzio alla domanda ‘il fascismo è il male assoluto?’ proprio lui, Lanciafiamme dei Patrioti, che con voce grave erutta parole su tutto, compresa la grazia delle donne di destra o la disgrazia dei figli omosessuali”.
Delle polemiche scrive anche il Giornale che difende la seconda carica dello Stato e titola: “La Russa si scusa, ma a sinistra non basta”.

In piazza. “La protesta in Israele continua, il popolo non si fida del premier Benyamin Netanyahu e della sua decisione di imporre una pausa parlamentare alla riforma giudiziaria”, scrive il Giornale parlando delle manifestazioni organizzate in tutto il paese contro il governo Netanyahu. “Solo a Tel Aviv si parla di circa 230mila persone: la polizia è intervenuta usando gli idranti. In tutto Israele si sono contati 450mila manifestanti”, riporta sempre il Giornale. Repubblica segue invece lo scrittore David Grossman, protagonista della manifestazione a Gerusalemme. “Questa protesta ha evidenziato la fragilità del nostro sistema: per anni siamo stati abituati a sentirci una potenza militare, l’unica democrazia della regione. – le parole di Grossman a Repubblica – Poi, il giorno in cui i nostri piloti riservisti hanno detto che non si sarebbero messi a disposizione di uno Stato non democratico, improvvisamente ci siamo sentiti fragili. Io credo che la fragilità ci faccia bene, voglio vederci un’opportunità per raccontare la Storia con parole nuove”.

Un video storico. Un filmato inedito di tre minuti salvati dal passato, il primo a mostrare Giorgio Ascarelli, imprenditore e mecenate napoletano scomparso nel 1930, conosciuto in città soprattutto per aver fondato nel 1926 l’Associazione Calcio Napoli. Il video, racconta Repubblica Napoli, fa parte del Fondo Di Segni, di proprietà di Daniela Di Segni e di suo figlio Gabriel Sagel, ed è stato affidato al progetto dedicato al recupero e alla digitalizzazione di filmati legati alla vita ebraica italiana. Ad avviare l’iniziativa, scrive Repubblica, “il giornalista Claudio Della Seta, che con l’Archivio Nazionale Cinema Impresa e la Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea-Cdec, ha promosso la raccolta di immagini girate dalle comunità ebraiche in Italia”. Della Seta, racconta ancora il quotidiano, ha trovato i reperti in cui si vede Ascarelli a Posillipo nel 1928, a Buenos Aires. “Queste bobine sono state scovate in una casa di campagna dai miei parenti. Sono riuscito a farle tornare in Italia e ci ho messo due anni per trovare un ente che mi aiutasse a digitalizzarle. Voglio ringraziare l’archivio nazionale del cinema di impresa di Ivrea che ha fatto un lavoro incredibile di indicizzazione”.

Prepararsi al caldo. L’Autorità nazionale per la gestione delle emergenze del ministero della Difesa israeliano e il Servizio meteorologico israeliano hanno pubblicato uno scenario di emergenza dovuto a condizioni meteorologiche estreme che mette in pericolo vite umane, rischia di causare gravi danni alle infrastrutture nazionali e alle capacità di sicurezza e rappresenta una sfida per la resilienza nazionale, racconta il settimanale de La Stampa, Specchio. “Il documento immagina due forti ondate di calore, con picchi di tre o quattro giorni ciascuna, due volte al mese, per tutta l’estate da giugno a settembre”. Obiettivo dell’iniziativa, prepararsi in anticipo al verificarsi di questa situazione con la previsione di un aumento di ricoveri per malattie cardiovascolari, una mortalità superiore alla media, un maggior consumo di elettricità e possibilità di incendi.

Paralleli impossibili. Sul Corriere l’ambasciatore Sergio Romano scrive un editoriale intitolato “Israele e la lezione di Cattaneo” in cui si cerca di fare un parallelo tra la condizione dei palestinesi e l’impegno d Carlo Cattaneo  per “l’abolizione di vecchie regole antisemite che non permettevano agli ebrei di avere una proprietà fondiaria”.

Daniel Reichel