“Autismo, via il nome di Asperger”
La “sindrome di Asperger” è una forma particolare di autismo, caratterizzata da ridotte capacità comunicative e di socializzazione. Prende il nome da Hans Asperger, pediatra austriaco che nel secolo scorso fu molto attivo nell’approfondimento di questo disturbo del neuro-sviluppo. Ma anche, secondo quanto scoperto nell’ambito di alcune ricerche, nel programma di eugenetica nazista ai danni dell’infanzia. Un’associazione scientifica che appare pertanto intollerabile e da correggere.
È l’opinione tra gli altri di Edith Bruck, una delle ultime Testimoni della Shoah ancora in vita. La scrittrice d’origine ungherese ne ha parlato davanti alle telecamere del programma Rai “O anche No”, in una delle due puntate speciali trasmesse nell’occasione della Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo. Sopravvissuta in gioventù ad Auschwitz, Dachau e Bergen-Belsen, Bruck ricorda in questo suo colloquio con la giornalista Paola Severini le molte vittime con autismo e disabilità annientate nei campi di sterminio. E invita le autorità scientifiche a un cambio di passo urgente. “Ha ucciso migliaia e migliaia di bambini piccoli. E questo è sulla coscienza è anche nostra, perché abbiamo dimenticato. Purtroppo ci sono troppe cose che sono state dimenticate”, afferma Bruck a proposito di Asperger e di come la sua figura è stata ricordata dai posteri. In un intervento pubblicato su queste pagine si era già espresso su tale associazione il direttore della Fondazione Cdec Gadi Luzzatto Voghera. Secondo il quale nient’altro che l’oblio meriterebbe “il nome di un medico che tradì la sua missione”.
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