Tel Aviv, l’attentato
e la solidarietà

“L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane si unisce nel cordoglio della famiglia Parini, degli amici e colleghi, nel momento che per sempre ha trasformato un giorno di festa in giorno di lutto e ineguagliabile dolore. Nell’abbraccio che mandiamo assieme a tutte le 21 Comunità, ribadiamo il nostro impegno di trasmettere ai nostri figli e nipoti amore per la vita, rispetto per l’altrui fede e convivenza, unendoci attorno ai valori di libertà e pace che germoglia dai quotidiani gesti. Che il suo ricordo sia di benedizione”.
Così l’UCEI nel commentare la morte dell’avvocato romano Alessandro Parini, rimasto ucciso a Tel Aviv nell’attentato di venerdì sera. Una tragica vicenda che ha visto intervenire le più alte cariche dello Stato e che resta in evidenza su molti giornali. Racconta tra gli altri il Corriere, ripercorrendone la dinamica: “La Kia bianca viaggia da nord a sud sui vialoni tagliati tra la spiaggia e i grattacieli illuminati. All’improvviso sterza a destra verso il mare, lì è ancora asfalto ma è la pista dove corrono le bici e i monopattini elettrici, passeggiano i turisti e gli ebrei israeliani che stanno festeggiando la Pasqua. Sull’erba le famiglie musulmane hanno messo giù i tavolini e le griglie per la cena di Iftar che interrompe il giorno di digiuno durante il mese di Ramadan”. Ieri, come ormai da varie settimane, è stato un sabato sera di proteste anti-governative. Un pensiero, dalla piazza di Tel Aviv, è andato proprio a Parini e alle altre vittime del terrore. Sempre nella giornata di venerdì Maia e Rina Dee, due sorelle con doppia cittadinanza israeliana e britannica, sono state assassinate in Cisgiordania. Ferita in modo grave la madre, colpita dal medesimo attentatore. A Tel Aviv, a rivolgere un messaggio di solidarietà all’Italia c’era “anche Noa, cantante israeliana che considera il Belpaese una seconda patria” (Repubblica). Sono intanto rientrati a Roma gli altri italiani scampati all’attacco. Ancora in Israele invece uno dei due feriti, il bergamasco Roberto Nicoli. “Stavo passeggiando e all’improvviso ho visto una macchina bianca sfrecciare, veniva proprio verso di me, volutamente. Mi ha preso in pieno. Non ho avuto il tempo di reagire, non ho potuto fare nulla”, la sua testimonianza a Repubblica. Proseguono, su quanto avvenuto, le indagini delle autorità israeliane; ad indagare è anche la Procura di Roma. Per quanto riguarda la reazioni nella società palestinese e nel resto del mondo, sul Giornale si parla di “Hamas in festa per l’italiano ucciso” e di “Occidente debole con i terroristi”. Al riguardo si segnala un “tiepido comunicato” dell’Unione Europea in cui si invitano le parti “supponendo un’equivalenza fuori della realtà, alla calma e a alla ‘proporzionalità’”. La valutazione è che si tratti “del solito errore nel considerare il difendersi dal terrorismo pari al terrorismo stesso”. Di “festa a Gaza per l’italiano ammazzato” scrive anche Libero. Segnalando una serie di foto che mostrano uomini incappucciati “che fermano le auto per distribuire i dolci della tradizione mediorientale: baklava e altre delikatessen ricche di miele e frutta secca, ceduti ai passanti per celebrare l’attentato di Tel Aviv”. Sulla Stampa un reportage da Gerico, realtà dove secondo l’intelligence israeliana si nasconderebbe “il nucleo della resistenza armata palestinese”. Secondo La Stampa, una città non solo tra le più antiche ma anche tra le “più radicalizzate, da una parte e dall’altra”.

“Abbiamo visto un’escalation in Libano, a Gaza, in Cisgiordania e all’interno di Israele. Può placarsi ma tutto ciò dimostra che la questione palestinese è tornata”. A dirlo al Corriere è Vali Nasr, noto politologo ed ex consigliere di Obama. Per Nasr “l’aspettativa era che agli arabi e ai musulmani non importi di ciò che accade in Israele, ma solo dell’Iran, e che si possa raggiungere un accordo tra Israele e gli arabi su questa base”. Un presupposto che si starebbe sgretolando. Anche per via, dice Nasr, di “un governo molto aggressivo sugli insediamenti e nell’applicazione della sovranità israeliana su ogni spazio della sfera araba-palestinese”. Il ministro della Difesa Guido Crosetto, sentito dalla Stampa, rivendica un ruolo da protagonista per l’Italia: “Giorgia Meloni, con la sua leadership, può e deve essere un perno per il dialogo in Israele, così come in Libano e in Egitto. L’Italia può contribuire alla stabilizzazione”.

Così Susanna Tamaro sul Corriere: “Mentre per gli ebrei il Sabato continua ad essere Sabato, nel cristianesimo è avvenuta una totale profanazione del tempo della Domenica, che è diventata un giorno come tutti gli altri, anzi forse anche peggio perché, essendo libera dal lavoro, si è trasformata in un’occasione di massimo consumo. E il tempo per le domande? Il tempo per scoprire lo sguardo dell’anima?”. La sua riflessione, dedicata alla Pasqua, presenta dei passaggi problematici. Come quando la scrittrice paragona un pianeta terra preda oggi di molte paure a una “angosciosa e ferocissima piazza del Sinedrio”.

Paolo Calabresi avrà un ruolo nel film di Bellocchio sul caso Mortara. Le sue idee sulla vicenda sembrano però piuttosto confuse. L’attore parla infatti con Repubblica di “rapimento ad opera della Chiesa, a fine ‘800, d’un bambino ebreo che si diceva avesse ricevuto un miracolo”.

Il custode di Terra Santa Francesco Patton, intervistato da Avvenire, sostiene che vi sarebbe un sentimento crescente di intolleranza anti-cristiana nel Paese. 

Adam Smulevich

(9 aprile 2023)