La maratona del mare salato

Presentando il numero 139 di DafDaf scrivevamo, citando la rubrica che Adam Smulevich dedica allo sport: “Una maratona unica al mondo, che si corre nella depressione più profonda della Terra, circondati da un deserto arido e suggestivo e lambendo acque con una salinità da primato. La Maratona del Mar Morto è considerata una sorta di antipasto rispetto a un’altra corsa sempre più internazionale, la Maratona di Gerusalemme. Ogni mese di marzo essa richiama un gran numero di podisti in Israele (all’incirca 10mila), con un passaggio anche all’interno delle strade della Città Vecchia”. Una felice tradizione confermata anche quest’anno.
E un’ottima scusa per ricordare ai giovani lettori che il nome corretto sarebbe “corsa di maratona”, una gara che si disputa sulla distanza di 42,195 km, la cui origine è legata alla storia della battaglia di Maratona quando nel 490 AEV l’esercito persiano, sbarcato sulla costa greca per una spedizione contro Atene, si attestò nell’omonima località. Buona lettura!

a.t.

Una maratona unica al mondo, nella depressione più profonda della Terra, circondati da un deserto arido e suggestivo e lambendo acque con una salinità da primato.
La stagione sportiva si è aperta anche quest’anno, per gli amanti della corsa, con un appuntamento straordinario: la Dead Sea Marathon, la Maratona del Mar Morto, in un contesto naturale che non sembra avere eguali nel pianeta. Diverse possibilità a seconda della preparazione e fascia d’età.
Da un mini itinerario di cinque chilometri adatto anche alle famiglie all’ultramaratona di cinquanta, riservata a professionisti e atleti esperti, che completa tutto il circuito del Mar Morto. Noto in ebraico come Yam Hamelach (“Mare salato”). Siamo a 427 metri sotto il livello del mare. Tutto attorno roccia e sabbia. E le acque sempre più ristrette di questo salatissimo lago, un patrimonio naturale che molti studi danno a rischio estinzione in un prossimo futuro.
Il timore, secondo alcuni osservatori, è che nel giro di qualche decina d’anni scompaia del tutto. Lasciando al suo posto un grande vuoto.
Migliaia i partecipanti alla corsa anche lo scorso mese di febbraio, tra cui diversi italiani. A vincere, tra gli uomini, è stato lo spagnolo Sergio Turull. Mentre ad imporsi tra le donne è stata l’israeliana Anna Prais. Partenza e arrivo da Ein Bokek, dove scavi archeologici hanno riportato alla luce vestigia di un antichissimo insediamento. Sullo sfondo, guardando verso l’alto, l’iconica fortezza di Masada che conserva oltre duemila anni di storia e memoria ebraica.
Una sorta di antipasto rispetto a un’altra corsa sempre più internazionale: la Maratona di Gerusalemme, che ogni mese di marzo ha richiamato anch’essa un gran numero di podisti in Israele (all’incirca 10mila), con un passaggio anche all’interno delle strade della Città Vecchia. Grandi storie non solo sportive hanno caratterizzato questa iniziativa nel corso degli anni. Come nel 2022, quando a vincere fu un’atleta ucraina: Valentyna Veretska. Nel suo Paese era da poco scoppiata la guerra, a causa dell’aggressione militare russa. Valentyna stessa era una profuga di quel terribile conflitto di cui non si vede ancora la fine: la sua casa era stata distrutta da un missile, il marito richiamato d’urgenza nell’esercito e lei era stata costretta a fuggire con la figlia Alisa in Polonia. “Noi ucraini siamo gente che non si arrende e io sono venuta qui per dimostrarlo” le sue parole dopo la vittoria della Maratona, il volto sprizzante felicità e in mano due bandiere: quella ucraina e quella israeliana. L’invito da parte degli organizzatori, raccontava Valentyna, è stata come “un raggio di luce in mezzo a giornate terribili”.
a.s.

La maratona
Il suo nome corretto sarebbe “corsa di maratona” ed è una gara che si disputa sulla distanza di 42,195 km, mettendo a dura prova non solo tutte le capacità fisiche, ma anche la forza di volontà.
La sua origine è legata alla storia della battaglia di Maratona: nel 490 AEV l’esercito persiano, sbarcato sulla costa greca per una spedizione contro Atene, si attestò a Maratona. Gli Ateniesi mandarono un messaggero, Fidippide, a chiedere aiuto a Sparta. Per percorrere i 237 km che separavano Atene da Sparta impiegò un giorno e mezzo. Gli risposero che erano disposti ad aiutare Atene, ma non prima di dieci giorni. Fidippide tornò indietro di corsa e quando gli Ateniesi riuscirono a sconfiggere i Persiani, si precipitò di nuovo ad Atene per annunciare la vittoria.
Nel 1896 alle prime Olimpiadi moderne, ad Atene fu istituita, su suggerimento del filologo francese Michel Bréal, una corsa che ricordasse l’ultima impresa di Fidippide. Il percorso, ripristinato per l’occasione, misurava 40 km, dalla città di Maratona all’antico stadio di Atene. Nel 1908, in occasione delle Olimpiadi di Londra, il percorso fu allungato in modo che la linea di partenza fosse situata al castello di Windsor e il traguardo sotto la tribuna reale dello stadio di Londra. Da allora la distanza è rimasta invariata e fissata a 42,195 km.
La maratona è tradizionalmente la gara di chiusura dei giochi olimpici.