Mattarella e il viaggio in Polonia

Prenderà il via questa sera la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Polonia. Momento clou del viaggio, scrivono i quotidiani italiani oggi, la visita ad Auschwitz di martedì. “Una tappa che condividerà con le sorelle Andra e Tatiana Bucci, superstiti dell’Olocausto, con alcuni componenti della comunità ebraica italiana e con studenti di tre licei”, evidenzia il Sole 24 Ore, segnalando come Mattarella prenderà anche parte “alla ‘Marcia dei vivi’, cerimonia organizzata dal governo polacco che prevede la partecipazione di circa 10mila studenti, un momento che lo avvicinerà al calendario italiano in vista della Festa della Liberazione”. La Stampa scrive che il “valore simbolico della testimonianza di Mattarella si commenta da sé. Un chiarimento però è necessario: la decisione di volare in Polonia era stata presa molti mesi fa, segnalano al Quirinale, dunque prima delle scorse elezioni politiche e a maggior ragione delle recenti polemiche sul fascismo con cui, avvertono sul Colle, la presenza di Mattarella ad Auschwitz non ha nulla a che fare”. Dal punto di vista politico, i quotidiani spiegano come sul tavolo ci sia soprattutto il tema dell’aggressione russa all’Ucraina, con Varsavia in prima fila nel sostegno a Kiev. Un argomento che sarà ripreso anche in Slovacchia, seconda tappa del viaggio del Capo dello Stato.

In Etiopia. Tra i temi d’apertura dei quotidiani italiani, la due giorni della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Etiopia. Da qui Meloni ha annunciato grossi aiuti per rafforzare la presenza italiana nella regione. “L’Etiopia – spiega il Post – è uno dei principali luoghi di passaggio dei migranti subsahariani che dalla Libia si imbarcano nel Mediterraneo per raggiungere l’Europa. Per questo, lavorare a buone relazioni e alla stabilizzazione delle istituzioni etiopi è per Meloni anche un modo per tentare di arginare il problema dei migranti”. Un tema al centro del dibattito politico anche per l’annuncio, ribadito dalla Premier in Etiopia, del governo di volere “l’eliminazione della protezione speciale” per i richiedenti asilo. “Si tratta di un’ulteriore protezione rispetto a quello che accade nel resto d’Europa e io credo che l’Italia non abbia ragione di discostarsi dalle normative europee”, la posizione di Meloni. “Una vergogna”, contesta la leader Pd Elly Schlein. La protezione speciale, spiega il Corriere, è un’integrazione rispetto all’asilo politico e alla protezione sussidiaria. “Non c é il rischio di persecuzione o di danno grave ma per la commissione territoriale che esamina il caso ci sono comunque seri motivi umanitari per far restare in Italia” il richiedente. Anche altri paesi europei prevedono istituti simili. L’anno scorso i beneficiari della protezione speciale sono stati 10.865.
In tema di Etiopia, Repubblica mette in evidenza la polemica con Meloni sul passato coloniale italiano. “Meloni evita di scusarsi per i crimini del fascismo, come fecero prima di lei i presidenti Scalfaro e Mattarella”, scrive il quotidiano che ha poi un approfondimento firmato dallo storico Umberto Gentiloni sui crimini fascisti in Etiopia (“Italiani spietati in Etiopia” il titolo dell’intervento).

Sudan. Un risveglio nel caso per il Sudan ieri. La rivalità politica tra i due generali ai vertici del Consiglio sovrano che al momento guida il Paese, Abdel-Fattah Al-Burhan e il filorusso Mohamed Hamdan Dagalo, è esplosa in scontri e violenze a Khartoum, racconta Ansa. La Stampa ricorda le responsabilità di Dagalo nel massacro del Darfur e il suo tentativo oggi di “dare una spallata al processo democratico”. “La primavera sudanese del 2019 aveva portato a una lentissima transizione verso la democrazia, un governo misto civile-militare che doveva poi lasciare il posto alla società civile, protagonista della rivoluzione culminata a fine giugno con la “marcia del milione”, l’ultima spallata al regime. – ricostruisce La Stampa – Al-Burhan, fautore anche della normalizzazione dei rapporti con Israele, era pronto. L’11 aprile doveva essere firmato l’accordo per il nuovo esecutivo tutto civile. Ma qualcuno ha bloccato tutto. E quel qualcuno è Dagalo”. Anche la citata normalizzazione dei rapporti con Israele – che nei piani Usa sarebbe dovuta arrivare entro il 2023 – è stata bloccata.

Torino, a confronto sui diritti. S’inaugura domani al Polo del ‘900 di Torino il Progetto “Articolo 3-Diversi tra uguali – 75 anni di Costituzione”. Un’iniziativa, ricorda La Stampa nelle pagine locali, promossa dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, con il Meis di Ferrara, in cui si celebra l’anniversario della Costituzione attraverso una serie di incontri sull’uguaglianza e sul principio sancito dall’art. 3. Protagonisti del dialogo torinese (ore 18), Daniela Dawan, consigliera di Cassazione e scrittrice, e l’ex magistrato e scrittore Gherardo Colombo. A moderare l’incontro, il direttore de La Stampa, Massimo Giannini.

Da Tel Aviv a Roma, in mostra. Nel 1948 alcuni dei maggiori pittori italiani, da Guttuso a Levi a Mafai, produssero per solidarietà settantadue opere da inviare al neonato Stato di Israele. Trovarono spazio in un’esposizione a Tel Aviv e ora, racconta Repubblica, alcune di quelle opere faranno il percorso inverso. “Un’altra mostra, Roma 1948, a cura di Davide Spagnoletto e Giorgia Calò, al Museo Ebraico di Roma (dal 27 aprile al 10 ottobre, catalogo Maretti) racconterà al pubblico questo capitolo di storia dell’arte e solidarietà sconosciuto”, spiega Repubblica. Tra le opere che saranno esposte, la Natura morta con fiasco e martello di Guttuso e la Ballerina in riposo di Capogrossi, due capolavori scomparsi dai cataloghi. “Non venivano esposte dal 1948. Si tratta praticamente di inediti: circoscrivono un periodo preciso della ricerca artistica. – spiega a Repubblica il curatore Spagnoletto, che ha ricostruito attraverso i documenti come nacque quella mostra – Tutta questa vicenda è una scoperta. Se ne sapeva pochissimo. C’erano poche tracce: il titolo, il luogo. Si trattava di unire i fili”.

Nevo a Genova. Secolo XIX e Repubblica Genova intervistano lo scrittore israeliano Eshkol Nevo, protagonista nella città ligure di un dialogo (ore 18.00) a Palazzo Ducale promosso assieme alla Comunità ebraica di Genova e al Centro culturale Primo Levi. Entrambe le interviste si concentrano sulle contestazioni in Israele alla riforma della giustizia voluta dal governo Netanyahu, con la decisione del Premier di sospenderla temporaneamente. “Al momento, sembra che abbiamo vinto, ma dovremo combattere questo governo terribile, estremista, distruttivo, fino a quando non cadrà. La lezione che traggo da quest’inverno di proteste è che non bisogna mai dare la democrazia come un bene acquisito e che ci si deve battere per difendere i propri diritti”, la valutazione di Nevo, che partecipa alle proteste. Nei due colloqui si parla anche del rapporto dello scrittore con i suoi lettori e con l’Italia. E Nevo annuncia che il suo prossimo libro “è quasi pronto. Uscirà in estate in Israele, e in traduzione la prossima primavera, in Italia. Non so ancora quale sarà il titolo. E poi non posso ancora dire nulla. Però, per la prima volta, ci sarà una piccola parte che si svolge in Italia”.

Memoria. Il 3 aprile a Santa Mannella si è tenuta una cerimonia in memoria di Michele Di Veroli, 14 anni, il più giovane martire delle Fosse Ardeatine, con la messa a dimora di un albero di ulivo grazie Keren Kayemeth LeIsrael Italia. Lo racconta Avvenire nelle pagine locali.

Daniel Reichel