Leonard Cohen, musica e identità

È difficile inquadrare l’arte e la musica di Leonard Cohen. Ci hanno provato in tanti, ma è quasi impossibile trovare una lettura più entusiasta di quella che ne dà Rocco Rosignoli, cantautore, scrittore e studioso di ebraismo che ha trasformato un pomeriggio alla Comunità ebraica di Casale Monferrato in un una via di mezzo tra un incontro tra i fan e una lezione di musica, con qualche sconfinamento nella cabala. A condividere l’entusiasmo e anche un bel po’ di ricordi di musica e concerti c’era invece Mario Saldì, membro del Collettivo Teatrale CET di Casale.
L’ebraismo di Cohen si rivela un’ottima chiave per aprire quello straordinario forziere di musica e poesia che ci ha lasciato. Come ricorda Elio Carmi, presidente della Comunità casalese: “Cohen appartiene a un fenomeno presente da sempre nel mondo ebraico, persone che sono una sorta di ponte tra l’ebraismo e il vissuto quotidiano, dove sono capaci di portare la propria spiritualità”. Ma in effetti i ponti gettati da Cohen sono tanti: cresciuto da una mamma ebrea polacca che parlava yiddish, in un quartiere inglese della francofona Montreal, vicino a una comunità cattolica…Persino la sua musica, come dimostra Rosignoli chitarra alla mano, non viene dalla tradizione folk americana, ma da quella spagnola del flamenco imparata per caso da ragazzo. Eppure in tutto questo Cohen rimane orgogliosamente… Cohen, con tutto quello che comporta un nome che più ebraico non si può. Lo si sente in una poetica dove il dialogo tra il mondo fisico e il metafisico è continuo. “Le sue canzone possono essere dedicate a una donna amata quanto all’Onnipotente dell’Antico Testamento”, ricorda Rosignoli. Gli esempi sono tanti. Il cantautore parmigiano traduce “La Storia di Isacco” e cita uno dei versi più famosi di Cohen: “C’è una crepa in ogni cosa è da lì che entra la luce”, frase del cabalista Isaac Luria. E poi, tra le strofe, c’è il concetto che di fronte alla voce dell’Onnipotente si debba sempre dire “eccomi”, ma anche chiedere il perché della convocazione e negoziare un minimo di richieste. Persino l’uso dell’ebraico nelle ultime canzoni ci racconta come “L’arte di Leonard Cohen tra storia, musica ed ebraismo” (questo il titolo del saggio di Rosignoli) sia piuttosto un’arte in cui ognuno di questi elementi diventa indistinguibile dall’altro.
La prossima settimana, domenica 23 aprile, si celebrano i 75 anni dalla Dichiarazione d’Indipendenza dello Stato di Israele e nel complesso ebraico sono ben due gli eventi previsti per questa ricorrenza, di cui uno dedicato a un grande artista internazionale.

Alberto Angelino