Migranti, quale protezione

Le nuove iniziative del governo in merito alla gestione dei flussi migratori aprono le prime pagine dei quotidiani oggi. In particolare alcuni sindaci e governatori hanno firmato una lettera in cui chiedono all’esecutivo di non cancellare la protezione speciale, istituto presente nell’ordinamento italiano che tutela i migranti. Il Corriere parla a riguardo di “scontro frontale sui migranti”, mentre la Stampa titola “Migranti, regioni e comuni in rivolta”. Repubblica spiega come i sindaci di Roma, Milano, Bologna, Torino, Firenze e Napoli abbiano detto “no al governo sull’abolizione della protezione speciale e sulla nomina del commissario all’emergenza Valerio Valenti. La cancellazione della protezione speciale, ‘presente quasi ovunque nell’Europa occidentale’, dicono i sei sindaci di centrosinistra, condannerebbe all’illegalità migliaia di persone”. Sempre Repubblica, in un articolo dedicato alla protezione speciale, scrive che “non è vero che l’Italia sia l’unico Paese europeo a prevedere la protezione speciale, sono ben 18 su 27 quelli che offrono ai migranti forme di protezione complementare. Non è vero che i permessi speciali siano un fattore di attrazione verso il nostro Paese: lo dimostrano i numeri delle richieste, più alti in Paesi non di primo approdo. E non è vero che la protezione speciale sia l’escamotage per far rimanere chi arriva sui barconi: a beneficiarne di più sono albanesi e peruviani”.

Memoria e Costituzione. “A 92 anni mi guidano il fare Memoria e i principi della Costituzione”. Lo afferma la senatrice a vita Liliana Segre in un’intervista al Corriere della Sera. “Non sono facilmente impressionabile e cerco di svolgere il mio ruolo con serietà, spinta da due imperativi. – afferma Segre – Il primo riguarda la Memoria: sento che ciò che ho fatto, che ancora faccio e che continuerò a fare finché avrò fiato sia un dovere nei confronti dei miei cari e di tutti gli altri morti innocenti per la sola colpa d’essere nati. Il secondo imperativo, che ispira la mia attività pubblica anche su altri temi, è il dovere civico di spendersi – ogniqualvolta se ne presenti la possibilità – per fare l’interesse generale del Paese, per diffondere i principi della Costituzione, per favorire la più ampia condivisione dei valori democratici e del rispetto dei diritti umani. Ho visto sulla mia pelle a che cosa portino l’indifferenza e il non fare la scelta. Ecco perché, finché riuscirò, continuerò a impegnarmi”. Nel colloquio si parla anche dell’attuale maggioranza e del rapporto con il passato. “L’Italia è una grande democrazia e le libere scelte degli elettori vanno rispettate. Uno dei pregi del sistema democratico è la sua capacità di educare e di integrare, con il tempo, anche i gruppi che partono da posizioni ideologiche molto lontane dai fondamenti di quello stesso sistema. – la riflessione di Segre – Dunque, che gli eredi dell’estrema destra si siano “riconvertiti” come forza costituzionale è un fatto positivo. Però occorre coerenza. Non possono esserci ambiguità sul fascismo e l’antifascismo. Per questo mi attendo dall’attuale partito di maggioranza relativa segni tangibili, inequivocabili, di discontinuità”.

Memoria e Resistenza. Sui quotidiani si continua a parlare del viaggio del Capo dello Stato Mattarella in Polonia. Repubblica sottolinea come la sua partecipazione alla “Marcia dei vivi”, dopo la visita ad Auschwitz con le sorelle Tatiana e Andra Bucci, rappresenti una prima simbolica volta per un Presidente italiano. Mattarella, evidenzia ancora il quotidiano, per il 25 aprile sarà poi a Cuneo, Boves e Borgo San Dalmazzo, per onorare la Resistenza. Nell’articolo si parla poi della vigilia della festa della Liberazione dal punto di vista politico: “in Parlamento si prefigura una battaglia delle mozioni con la sinistra che ne sta preparando una ad hoc e la maggioranza che si appresta a rispondere con un proprio testo”. In tema di 25 aprile, Libero intervista il sociologo Luca Ricolfi che dice di temere di più “gli antifascisti estremi” in occasione delle celebrazioni. Nell’intervista si tocca anche la questione delle contestazioni alla Brigata ebraica. Chi lo fa, afferma Ricolfi, non conosce “la storia, l’importanza del ruolo della Brigata nella Liberazione, o il fatto che contava anche volontari arabi. Ma temo che la verità sia più semplice e amara: nell’ostilità verso gli ebrei confluiscono l’antisemitismo di matrice comunista e l’ostilità verso Israele, colpevole di aver cacciato i Palestinesi dalla loro terra”.

Il rogo di Primavalle. “Non possiamo cancellare la storia o chiedere alle famiglie delle vittime di dimenticare quello che è successo. (…) Quello che possiamo fare è tenere viva la memoria di quanto è accaduto, per evitare il pericolo di ricadute, e condurre l’Italia e il nostro popolo verso una piena e vera pacificazione nazionale”, così la Presidente del Consiglio Meloni in occasione dell’anniversario del rogo di Primavalle. L’incendio, scrive il Corriere, fu “acceso da un commando di tre militanti di Potere operaio” e “cinquant’anni fa uccise i fratelli Virgilio e Stefano Mattel, figli del segretario della locale sezione romana del Movimento sociale italiano”. Il quotidiano intervista a riguardo il senatore del Partito democratico Walter Verini che in un intervento al parlamento ha parlato di quella stagione di violenza. “La pacificazione è necessaria per cancellare l’odio. – ha ribadito Verini intervistato dal Corriere – Ma per farlo si deve avere un terreno comune. E quel terreno comune si chiama resistenza, antifascismo, democrazia”.

Daniel Reichel