25 Aprile, la lettera del ministro

Si avvicina l’appuntamento con il 25 Aprile, la Festa della Liberazione. “Un giorno di festa che deve essere celebrato nella gioia e nella concordia”, scrive il ministro dell’Istruzione Valditara in una lettera pubblicata dal Corriere della sera. “Guai – la sua opinione – a farne un giorno di parte e di divisione adombrando il sospetto che forze democraticamente elette in Parlamento siano fasciste”. Prosegue il ministro che “è il caso di chiarire perché il fascismo è stato un male e perché è giusto essere antifascisti”. Anche, indica, per il suo aver “sposato il razzismo nazista, sostenendo la inferiorità biologica e quindi giuridica di ebrei e non solo ebrei e collaborando alla loro deportazione nei campi di sterminio”. Secondo il ministro “molti elementi del fascismo si ritrovano nel comunismo e in tante altre ideologie e regimi totalitari che hanno insanguinato il ‘900”, mentre l’antisemitismo si respirerebbe oggi “anche in quelle terre d’Europa dove è sempre più difficile dirsi e comportarsi da ebrei per via di un certo estremismo islamista” e “il totalitarismo si ritrova in quelle università che non ammettono un pensiero critico rispetto al politicamente corretto” e “l’intolleranza affiora in quella stampa che distribuisce patenti di fascismo a chiunque non garbi”. Il 25 Aprile sarà anche nell’aula di Palazzo Madama. La maggioranza, anticipa Valditara, “voterà anche la mozione che porta la firma di Liliana Segre”.

Le dichiarazioni del ministro Lollobrigida in tema di “sostituzione etnica” continuano ad essere oggetto di numerosi articoli e interventi. Così Repubblica: “Dice di essere stato frainteso. Strumentalizzato. Arriva ad ammettere finanche l’ignoranza. ‘Ma l’accusa di razzismo no, non l’accetto: persino i miei amici della comunità ebraica mi hanno espresso solidarietà’ sibila Francesco Lollobrigida, il ministro che ha additato la ‘sostituzione etnica’ come ombra dietro il calo demografico e che, smarrito in un dedalo di polemiche, si trova isolato”. Parlando con il Corriere, il responsabile dell’Agricoltura sostiene di essere vittima di “una macchina del fango” e dice di aver chiesto ai suoi legali di querelare “chi mi ha rivolto offese gravi, dandomi dell’hitleriano o paragonandomi a criminali nazisti”. Repubblica, nel ripercorrerne la storia, segnala la sua partecipazione ad Affile “all’inaugurazione del mausoleo dedicato a Rodolfo Graziani”. Mentre, si legge ancora, “la prima nomina che ha piazzato al governo è stata quella di Claudio Anastasio alla guida della 3-I spa: incarico che quest’ultimo ha dovuto lasciare dopo che Repubblica ha reso nota una sua mail al cda nella quale citava il discorso di Benito Mussolini in Parlamento all’indomani dell’assassinio di Giacomo Matteotti”. Tra chi prende le difese di Lollobrigida c’è Vittorio Feltri (Libero): “Ci sostituiscono e non possiamo neanche dirlo”.

“Un’invasione di campo inaccettabile e senza precedenti, che apre uno scontro tra poteri costituzionali, mina lo stato di diritto ed evoca quanto accade in Paesi come Polonia e Israele”. È il pensiero di Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, nel commentare con La Stampa l’apertura di un provvedimento disciplinare contro i giudici milanesi da parte del ministro Nordio. Il tema è la recente fuga dell’oligarca russo Artem Uss.

Aprirà oggi al Meis la mostra “Case di vita. Sinagoghe e cimiteri in Italia”, curata da Andrea Morpurgo e Amedeo Spagnoletto. Disegni, fotografie, video “e perfino miniature restituiscono una mappa di questi luoghi di preghiera e di sepoltura dal Piemonte alla Liguria, da Venezia a Ferrara a Roma” (Repubblica Bologna).

Deturpata a Milano una delle due opere realizzate dall’artista Alexandro Palombo per il Memoriale della Shoah cittadino. “Procederemo nei prossimi giorni a verificare i filmati delle telecamere, cercando di individuare il responsabile. Ciò che ci preoccupa è cogliere in quest’atto una possibile tendenza revisionista e antisemita” il commento del presidente del Memoriale Roberto Jarach, citato tra gli altri da Avvenire.

È morto all’età di 76 anni il poeta e cantautore Yehonatan Geffen. Nipote di Moshe Dayan, era “una voce notissima del panorama artistico israeliano” (Corriere).

Su Domani una riflessione di Davide Assael su Yom HaShoah. Nella titolazione il solenne appuntamento di Memoria è definito con il termine improprio di “festa”.

Adam Smulevich

(20 aprile 2023)