L’ordine della Creazione

Questo Shabbat leggeremo due parashot, quella di tazri’a e quella di metzorà; entrambe narrano della problematica della lebbra, malattia misteriosa che capitava all’uomo dopo aver avuto un atteggiamento scorretto nei confronti del suo prossimo, che lo rendeva non idoneo ad avvicinarsi alle cose sacre e che poteva abbattersi anche sui muri delle case. È una problematica lunga e complessa e all’epoca era richiesta l’esclusiva competenza del Sommo Sacerdote, il quale era l’unico esperto a dichiarare una persona o una casa colpite dalla lebbra.
All’inizio della parashà di tazri’a, però, si parla in pochissimi versi della nascita di un bambino o di una bambina e del periodo considerato impuro per la madre.
Fanno notare i commentatori che la Torà, nella parashà precedente, quella di sheminì, si è dedicata alla kasherut o meno degli animali, mentre in queste due si dedica alla kasherut (in questo caso all’idoneità religiosa) o meno degli uomini.
“Tutto deve seguire un ordine preciso”, insegnano i nostri Maestri; siccome sono stati creati per primi gli animali e poi l’uomo, considerato il coronamento della Creazione, per quanto riguarda le regole di vita prima si trattano quelle per gli animali e poi quelle per gli uomini.
Il midrash dà invece un’altra interpretazione, dicendo che gli estremi alla fine si toccano; ossia: l’uomo è stato creato alla fine della Creazione, ma questo può essere letto alla rovescia. Ossia: egli è stato creato all’inizio addirittura del caos primordiale.
Se cioè il suo comportamento è consono alle regole di civiltà e all’osservanza dei precetti-quindi kasher, può essere considerato creato come fine ultimo della Creazione, quindi, essere privilegiato; viceversa, se si comporta in maniera scorretta, viene considerato come se appartenesse al caos primordiale e pertanto anche la zanzara, essere più piccolo fra gli animali, potrà dirgli di essere stato creato dopo di lei.

Rav Alberto Sermoneta, rabbino capo di Venezia