La Liberazione spiegata ai bambini

Anche quest’anno il 25 Aprile arriva poco dopo la festa di Pesach, a riportare nuovamente l’attenzione sul significato della parola libertà.
Il giornale ebraico dei bambini DafDaf ha scelto di evidenziarlo nel segno del piccolo Franco Cesana, giovanissimo partigiano, che quando scelse di arruolarsi nella Resistenza aveva solo 12 anni. Noto come il più giovane partigiano d’Italia caduto in combattimento, era nato a Mantova e aveva aderito alla Brigata Scarabelli per restare poi ucciso poco prima del suo tredicesimo compleanno durante uno scontro a fuoco con le truppe naziste nell’area dell’Appennino modenese.
Una figura assurta a simbolo, come ricordavamo su DafDaf nel 2022. La sua storia, disse nel 50esimo anniversario dalla morte l’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, “sia per tutti occasione di profonda riflessione sui valori perenni della libertà, della tolleranza, della democrazia che attraverso la centralità dell’uomo e della sua dignità costituiscono sicuro argine a qualsiasi discriminazione etnica, religiosa e razziale”.

Liberazione, una festa

La guerra in Europa con il suo carico di orrore quotidiano: immagini devastanti che nessuno si sarebbe mai immaginato di rivedere e che ci fanno apprezzare, ogni giorno di più, la libertà di cui godiamo.
Un valore da non dare mai dare per scontato né acquisito in modo definitivo. Al contrario, qualcosa per cui battersi avendo ben chiara quale sia l’alternativa.
A coltivare questo impegno ci aiutano anche specifiche date e ricorrenze. E in particolare una festa tra le più importanti del nostro calendario civile: il 25 Aprile, la Festa della Liberazione.
Il giorno, cioè, in cui si ricorda la Liberazione d’Italia dal nazifascismo per mano delle forze alleate e di chi prese parte alla Resistenza. Un nuovo inizio dopo oltre vent’anni di dittatura, la persecuzione di vite e diritti, le deportazioni e la Shoah.
“L’idea di potenza, di superiorità di razza, di sopraffazione di un popolo contro l’altro, all’origine della seconda guerra mondiale, lasciò il posto a quella di cooperazione nella libertà e nella pace e, in coerenza con quella scelta, pochi anni dopo è nata la Comunità Europea”, ha ricordato il Capo dello Stato Sergio Mattarella durante una recente celebrazione.
In occasione del 25 Aprile a sfilare nelle piazze sono anche i gonfaloni dell’ebraismo italiano e della Brigata Ebraica. Un modo per ricordare il contributo offerto dai partigiani ebrei che lottarono per un futuro migliore, insieme ai volontari giunti dall’allora Palestina mandataria (il futuro Stato di Israele) per affrancare l’Italia e l’Europa da un terribile nemico.
Ad imbracciare il fucile per la libertà di tutti anche giovanissimi eroi.
Come Franco Cesana, che aveva 12 anni quando scelse di arruolarsi nella Resistenza. È noto anche come il più giovane partigiano d’Italia ad essere caduto in combattimento.
Franco era nato a Mantova, aveva aderito alla Brigata Scarabelli della 2ª divisione Modena Montagna a inizio luglio del 1944 e restò ucciso durante scontri con le truppe naziste nell’area dell’Appennino modenese.
Era il 14 settembre: sei giorni dopo sarebbe stato il suo compleanno.
Tredici anni: un’età mai raggiunta e che per un giovane ebreo, in circostanze “normali”, è segnata dal momento di passaggio del Bar Mitzvah (la maggiorità religiosa). In precedenza, in una Roma ancora non occupata dai nazisti, era stato ospite dell’istituto ebraico Il Pitigliani in Trastevere. Sua cugina Ziva se lo ricorda come un ragazzino vivace e piena di vita. Una volta, ci ha raccontato, gli fu negata l’uscita domenicale dalla struttura “perché aveva buttato all’aria i cuscini giocando con gli altri bambini”.
Il ricordo di Cesana e del suo atto di coraggio, disse nel 50esimo anniversario dalla morte l’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, “sia per tutti occasione di profonda riflessione sui valori perenni della libertà, della tolleranza, della democrazia che attraverso la centralità dell’uomo e della sua dignità costituiscono sicuro argine a qualsiasi discriminazione etnica, religiosa e razziale”.

a.s.

25 Aprile, Liberazione, Resistenza

Il 25 Aprile in Italia si festeggia l’anniversario della liberazione dal nazifascismo, un evento di fondamentale importanza per la storia d’Italia. Fu scelta questa data perché il 25 Aprile 1945 fu il giorno della liberazione di Milano e Torino, in realtà la liberazione delle città del nord Italia erano cominciate già da alcuni giorni. La Liberazione mette fine a venti anni di dittatura fascista e a cinque anni di guerra; rappresenta l’inizio di un percorso storico che porterà al referendum del 2 giugno 1946 per la scelta fra monarchia e repubblica, quindi alla nascita della Repubblica Italiana, fino alla stesura definitiva della Costituzione. La Resistenza fu l’insieme di movimenti politici e militari che si opposero al nazifascismo. In Italia importanti azioni di resistenza si svolsero a partire dal 1943: nel Luglio del 1943 gli angloamericani sbarcarono in Sicilia, determinando il crollo del regime fascista (25 Luglio); Mussolini fu arrestato per ordine del re e il governo venne affidato al generale Badoglio; nell’Italia settentrionale, occupata dai tedeschi, Mussolini, da essi liberato, diede vita il 23 settembre a un regime neofascista repubblicano (Repubblica Sociale Italiana) con sede a Salò, mentre nell’Italia occupata dagli alleati fu formato il “regno del sud” che dichiarò guerra alla Germania.
Nell’Italia dominata dai nazifascisti, che misero in atto sanguinose repressioni, venne formato il Comitato di Liberazione Nazionale, un organismo clandestino formato a Roma il 9 settembre 1943, che riuniva i partiti antifascisti.
Forte dell’alleanza tra il governo Badoglio e gli angloamericani e di un crescente consenso popolare alla lotta contro i tedeschi e le forze fasciste repubblicane, la Resistenza nell’Italia settentrionale e in parte nell’italia centrale reclutò i suoi membri in tutte le forze politiche e in tutti gli strati sociali, configurandosi sempre più nettamente come un movimento di ribellione popolare interclassista diffuso sia nelle campagne (dove era più numeroso) sia nelle città.
L’unità militare di base era la brigata, composta da 100-300 uomini e di solito connotata in base all’affiliazione politica.
Le donne rappresentarono una componente fondamentale per la Resistenza, lasciarono i loro ruoli di mogli e di madri e lottarono per riconquistare la libertà e la giustizia del proprio paese ricoprendo funzioni di primaria importanza.
Nella primavera del 1945 l’offensiva partigiana si affiancò al’ultima offensiva alleata, contribuendo alla sconfitta dei nazifascisti e liberando la maggioranza delle grandi città del nord prima dell’arrivo degli Alleati.
La Resistenza fu un fenomeno europeo che offrì ovunque agli eserciti Alleati un appoggio essenziale dietro le linee del nemico. In Francia, in Grecia, in Iugoslavia, in Italia e – in misura minore – in diversi altri paesi europei, la Resistenza contribuì alla sconfitta degli eserciti di occupazione nazifascisti.
La Resistenza dimostrò che i popoli europei non sopportavano l’occupazione tedesca e fascista, che lo spirito di libertà e indipendenza era ancora vivo. In particolare in Italia, dopo il ventennio fascista, essa rappresentò un importante segnale di riscatto, una ricostruzione della credibilità democratica del nostro paese nel contesto internazionale.
La Resistenza costituì una importante esperienza di lotta e partecipazione politica dal basso.