Monaco ’72, una Commissione
per porterà la verità a galla

A oltre mezzo secolo dagli eventi una commissione governativa tedesca avrà il compito di far luce sui fatti e sulle lacune che portarono al massacro degli undici membri della delegazione israeliana ai Giochi Olimpici di Monaco ’72. Uno degli episodi più drammatici in quella stagione di terrorismo palestinese sul suolo europeo in cui numerose rimangono le circostanze da chiarire e le responsabilità da attribuire.
Attraverso l’impegno degli otto storici scelti per far parte della commissione (per la gran parte residenti in Germania e Israele) l’obiettivo sarà quello di “un’accurata rivalutazione di quanto accaduto”, le parole della ministra dell’Interno Nancy Faeser nell’annunciare l’istituzione del gruppo di lavoro. In questo senso, ha spiegato Faeser, gli storici “esamineranno rigorosamente il periodo prima e dopo” l’attacco. Rivolgendo una particolare attenzione al “trattamento riservato ai familiari”. Uno dei nodi più delicati, al centro in un passato anche recente di tensioni forti tra le istituzioni di Berlino e quelle di Gerusalemme.
Fino a pochi giorni dalla solenne cerimonia per i 50 anni dalla strage, i familiari delle undici vittime sembravano infatti intenzionati a non partecipare alla commemorazione per via del contenzioso ancora aperto con il governo di Germania sulla questione dei risarcimenti. “Una presa in giro”, secondo mogli, figli e nipoti degli atleti e allenatori assassinati in Baviera. Una battaglia, avevano poi precisato, “non economica, ma di principio”. All’ultimo istante era stato trovato un accordo, garantendo così anche la partecipazione del Presidente israeliano Herzog accanto a quello tedesco Steinmeier. L’accordo, tra i suoi punti fondanti, indicava proprio la necessità di un approfondimento serio e rigoroso su quei fatti. Per Ankie Spitzer, vedova dell’allenatore di scherma Andre Spitzer e tra le figure simbolo di questa battaglia, è degno di nota “che la nostra richiesta di aprire gli archivi e istituire una commissione di storici sia stata onorata”. Un’azione “della massima importanza per le famiglie”, ha evidenziato ancora. E che, si spera, porterà ora “giustizia alla Storia”.
“Il fatto che ci siano voluti 50 anni per raggiungere un accordo è davvero vergognoso” la testimonianza di Steinmeier nel giorno dell’anniversario, alla presenza dei familiari. “Non possiamo rimediare a ciò che è successo, né a ciò che avete vissuto e sofferto in termini di resistenza, ignoranza e ingiustizia. E questo mi fa vergognare”. La cosa più importante – aveva fatto notare la vedova di Yosef Romano, Ilana – è “che il mondo sia più consapevole e sia pronto a fare di più”.

(Nell’immagine: Steinmeier e Herzog alla cerimonia per i 50 anni dalla strage)