Fuga dal Sudan

Il bilancio del nuovo conflitto che sta segnando il Sudan è già di centinaia di vittime. Lo scontro, scoppiato il 14 aprile scorso, vede di fronte l’esercito del generale Abdel Fattah al-Burhan, sovrano de facto del Sudan e il suo vice divenuto rivale, il generale Mohamed Hamdan Dagalo, che comanda le forze paramilitari di supporto rapido (Rsf). Le violenze, mettono in luce le prime pagine di diversi quotidiani oggi, hanno portato a una vera fuga dal Sudan. In particolare sono state evacuate molte missioni straniere, tra cui quella italiana. Il Corriere spiega come la guerra civile sudanese coinvolge anche il resto del continente africano e rischia di creare una nuova forte destabilizzazione.

Conti con la storia. Sui quotidiani si continua a discutere del rapporto tra i partiti di maggioranza e il passato fascista dell’Italia. Sotto i riflettori in particolare le parole pronunciate da Gianfranco Fini, intervistato da Lucia Annunziata. “La destra i conti li ha fatti, Giorgia Meloni dica, perché so che ne è convinta, che libertà e uguaglianza sono valori democratici, sono della Costituzione, sono valori antifascisti. Non capisco la ritrosia a pronunciare questo aggettivo. La capisco, ma non la giustifico”. E poi quello che Repubblica considera un affondo dell’ex dirigente di Alleanza nazionale: “Fratelli d’Italia dica che si riconosce nei valori antifascisti oggi, come An ieri”. Nel raccontare la vicenda, ricostruendo alcune dichiarazioni di esponenti della maggioranza sul fascismo e le sue responsabilità, Repubblica richiama anche le parole della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. “Il percorso va fatto con attenzione alle responsabilità storiche, i tedeschi hanno fatto un esame di coscienza, lo stesso deve fare l’Italia. – la dichiarazione di Di Segni – Giorgia Meloni aveva definito le leggi razziali un abominio, senza però dire che le aveva fatte un governo fascista”.
Rispetto al passato, l’ex presidente della Camera Luciano Violante, intervistato dal Corriere della Sera, ritiene che “solo pochi patetici nostalgici vogliano difendere il fascismo. Il problema italiano sta oggi nei rigurgiti di razzismo, antisemitismo, di violenza sui più deboli. Bisogna combattere questi sentimenti chiamandoli con il proprio nome. Parlare di fascismo non è sbagliato, ma alimenta un conflitto puramente ideologico che ci allontana dai fatti e non ci permette di contrastare efficacemente queste degenerazioni”.
Per Ezio Mauro: “col governo Meloni non c’è fascismo, ma non c’è antifascismo”. Secondo la firma di Repubblica: “Lo Stato non è più sorretto da uno scheletro di valori fondanti”.

25 aprile. Altro tema su cui i quotidiani concentrano l’attenzione su dove saranno il 25 aprile le alte cariche dello Stato. In mattinata all’Altare della Patria, al fianco del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ci saranno la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente del Senato Ignazio La Russa e il presidente della Camera Lorenzo Fontana. “Nel pomeriggio – evidenzia il Corriere – le prime due cariche dello Stato prenderanno strade diverse: Mattarella a Cuneo, Boves e Borgo San Dalmazzo, nel triangolo dell’orrore nazifascista e della Resistenza della provincia Granda. La Russa a Praga, per ricordare Jan Palach, diventato simbolo dell’anticomunismo, dopo un Consiglio europeo”. Un viaggio che ha generato discussioni sui media nazionali. Sul Fatto Quotidiano Filippomaria Pontani si rivolge al presidente del Senato e lo invita a visitare a Trieste la Risiera di San Sabba, a ricordare il questore fascista della città Ettore Messana, “torturatore e criminale di guerra promosso nel 1945 ispettore in Sicilia” e a visitare il Museo Diego de Henriquez della Guerra per la Pace.
Per quanto riguarda il Capo dello Stato invece, Repubblica Torino ripercorre il suo programma in Piemonte. “Alle 15,45 Mattarella deporrà una corona al memoriale della deportazione, che si trova nei pressi della stazione ferroviaria dalla quale partirono i convogli verso i campi di sterminio nazisti, quindi visiterà brevemente Memo4345, il museo che racconta la Shoah e ricorda in particolare gli ebrei deportati da Borgo San Dalmazzo”.
A Milano invece si terrà come da tradizione il corteo nazionale per il 25 aprile con la presenza del vessillo dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la partecipazione della Comunità ebraica della città e delle bandiere della Brigata Ebraica. A riguardo, su Repubblica Milano, Davide Romano, spiega la scelta di invitare a sfilare per il 25 aprile – dopo l’iniziativa dello scorso anno con gli ucraini – alcuni dissidenti iraniani. “Anche loro lottano per la libertà e la democrazia”.
Sul Messaggero viene invece segnalato come a Roma “il ministro delle imprese, Adolfo Urso, andrà alla manifestazione della comunità ebraica nella zona di Porta San Paolo”.

75 anni d’Israele. Lo Stato d’Israele si prepara a celebrare il suo 75esimo anniversario che quest’anno – seguendo il calendario ebraico – coinciderà con il 25 aprile. A ricordare l’anniversario sul Foglio è oggi David Parenzo con un lungo articolo in cui parla di Israele come di un “cocktail” di “innovazione e tradizione”. “Imperfetto, controverso, complicato, contraddittorio, Israele, sta lì, con i suoi 75 anni – portati, in linea di massima, piuttosto bene – a dimostrarci, che ogni democrazia, anche la più evoluta, deve sempre continuare a ‘compiersi’. – scrive sul finale Parenzo – In quest’ottica, il suo percorso costellato da assestamenti progressivi, e relativi smottamenti, è davvero paradigmatico. E il fermento che sta scuotendo lo Stato israeliano negli ultimi mesi, muovendo i corpi e le opinioni dei suoi cittadini, ne può, paradossalmente, rafforzare l’assetto democratico. Che ciò succeda quasi in contemporanea con l’anniversario della sua fondazione è – se non un buon auspicio – una coincidenza da mettere in rilievo con la dovuta importanza”.

Informazione in ebraico. Il quotidiano arabo palestinese, Al-Quds (Gerusalemme, in arabo), ha iniziato a pubblicare in ebraico, diventando il primo gruppo mediatico palestinese a rivolgersi a un pubblico israeliano. Al-Quds, che ha la redazione centrale a Gerusalemme, è uno dei media più antichi e importanti per il pubblico palestinese. Lo racconta il Fatto Quotidiano. Secondo uno proprietari dei giornali, Ziad Abu Zalaf, “gli israeliani hanno bisogno di sentire cosa pensano i palestinesi, non attraverso Al-Jazeera o un’altra rete straniera”. “Un cambiamento grande e importante”, la reazione riportata dal Fatto del giornalista Danny Rubinstein.

Sapere. Sulle pagine di Repubblica Enzo Bianchi, fondatore della Comunità di Bose, riflette sul ruolo del sapere nella società contemporanea, in particolare con un confronto con l’intelligenza artificiale. “È significativo – sottolinea in un passaggio Bianchi – che secondo la tradizione sapienziale ebraica il sapiente è colui che sa orientare gli altri nella vita. Sta scritto nel Libro dei Proverbi: ‘L’uomo sapiente tiene saldo il timone’ e in Qohelet ‘Esperto della vita, avrà parole che saranno come pungoli’, cioè stimoli all’indagare, alla ricerca e ‘pietre miliari’, cioè indicatori di via e argini che segnalano il limite”.

La Tregua. Per celebrare l’anniversario della prima edizione del libro La tregua di Primo Levi (1963), il Centro Primo Levi – insieme al Polo del ‘900, il Teatro Stabile di Torino, il Conservatorio Giuseppe Verdi e il Dipartimento di Lingue dell’Università di Torino – ha organizzato al Teatro Carignano di Torino una maratona di lettura che andrà in scena mercoledì alle 18 e giovedì alle 10, riporta La Stampa.

Il rappresentante Ue nel Golfo. L’ex ministro degli Esteri Luigi Di Maio “dopo un’attenta riflessione” è stato nominato inviato Ue per il Golfo “perché ha un profilo politico adatto e necessario”. L’indicazione è arrivata dall’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell e, scrive il Corriere, ha scatenato polemiche in Italia. La scelta, spiega il quotidiano, è stata contestata da Lega e Fratelli d’Italia. L’iter per la scelta dell’inviato Ue era iniziata prima dell’insediamento del governo italiano.

Daniel Reichel