Da Porta San Paolo a via Tasso,
Roma festeggia il 25 Aprile
Tra gli eventi che hanno aperto la celebrazione per il 25 Aprile nella Capitale la deposizione di due corone in ricordo di chi donò la libertà al popolo italiano da parte di Comunità ebraica di Roma, Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e Gruppo Ebraico Volontari a Porta San Paolo, uno dei luoghi più rappresentativi della Resistenza romana, raggiunto da un corteo che ha preso il via dal vicino Cimitero di Guerra del Commonwealth e che ha reso omaggio anche alla memoria dei combattenti della Brigata Ebraica giunti dall’allora Palestina mandataria (il futuro Stato d’Israele) per liberare l’Italia e l’Europa dal nazifascismo. Alla cerimonia di deposizione delle corone, poste dalla presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello e dal consigliere UCEI Saul Meghnagi, con al fianco il rabbino capo rav Riccardo Di Segni, era tra gli altri presente il ministro dello Sviluppo Economico Adolfo Urso. “Questa è la festa in cui tutti gli italiani hanno ritrovato la libertà quindi è la festa di tutti coloro che si riconoscono nei valori della Costituzione italiana. Una festa che dovrebbe unire e non dividere”, il suo commento a margine. Le istituzioni ebraiche hanno poi partecipato a un secondo evento nella sede del Museo Storico della Liberazione in via Tasso, che fu sede del Comando del Servizio di Sicurezza delle SS sotto la guida di Kappler e luogo di indicibili crimini e atrocità, con la partecipazione tra gli altri del sindaco Roberto Gualtieri e dell’assessore comunale alla Cultura Miguel Gotor. Ad accoglierli il presidente del Museo Antonio Parisella. Il 25 Aprile, il pensiero espresso dal primo cittadino, “segna un momento fondamentale della storia della nostra nazione e della nostra città: ci ricorda il coraggio e la determinazione di coloro che lottarono senza risparmiarsi contro il nazifascismo e riscattarono il Paese”. Un motivo d’ispirazione, il suo messaggio, “per costruire il futuro”.
(Nelle immagini: la cerimonia a Porta San Paolo, la visita al Museo Storico della Liberazione)