Il 25 Aprile del Capo dello Stato
“La nostra Costituzione una risposta
alla crisi di civiltà del nazifascismo”

“Tener viva la memoria di un periodo tra i più drammatici della nostra storia contribuendo in ampia misura a far conoscere e non dimenticare quanti hanno lottato per la difesa degli ideali di indipendenza e di libertà che permisero la liberazione dell’Italia dall’oppressione nazifascista”. Un impegno, sottolineava già ieri Sergio Mattarella, incontrando le Associazioni Combattentistiche e d’Arma al Quirinale, cui l’Italia non può e non deve sottrarsi.
Lo stesso orizzonte richiamato quest’oggi, nel corso di un 25 Aprile che ha visto il Capo dello Stato recarsi come primo atto all’Altare della Patria per la tradizionale deposizione di una corona d’alloro e poi sostare in tre luoghi del Piemonte dal grande significato storico e simbolico: Cuneo, Borgo San Dalmazzo e Boves. A Cuneo il Presidente della Repubblica ha deposto una corona al Monumento della Resistenza, per poi recarsi al teatro Toselli per una cerimonia commemorativa. Richiamata nel suo discorso una riflessione di Piero Calamandrei che nel ’55, rivolgendosi a un gruppo di studenti della Società Umanitaria, aveva esortato i suoi interlocutori: “Se volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”. Così Mattarella stamane: “È qui allora, a Cuneo, nella terra delle 34 Medaglie d’oro al valor militare e dei 174 insigniti di Medaglia d’argento, delle 228 medaglie di bronzo per la Resistenza. La terra dei dodicimila partigiani, dei duemila caduti in combattimento e delle duemilaseicento vittime delle stragi nazifasciste. È qui che la Repubblica celebra oggi le sue radici, celebra la Festa della Liberazione”. Borgo San Dalmazzo la tappa successiva del suo itinerario piemontese, con una visita al Museo Memo4345 che racconta come tra queste valli sia passata anche la storia europea della persecuzione antiebraica.
La Repubblica italiana, ha evidenziato Mattarella nel suo discorso, “è fondata sulla Costituzione”. Una risposta, la risposta dello Stato democratico sorto sulle ceneri di una dittatura spietata, “alla crisi di civiltà prodotta dal nazifascismo, stabilendo il principio della prevalenza della persona e delle comunità sullo Stato, guardando alle autonomie locali e sociali dell’Italia come a un patrimonio prezioso da preservare e sviluppare”. Una risposta, la sua ulteriore riflessione, “fondata sulla sconfitta dei totalitarismi europei di impronta fascista e nazista per riaffermare il principio della sovranità e dignità di ogni essere umano”.
Dopo Roma e Trieste, Cuneo è la terza provincia italiana per numero di deportati ebrei nei lager. Accanto agli ebrei cuneesi che non riuscirono a sfuggire alla cattura, ha ricordato Mattarella, “la più parte di loro era di nazionalità polacca, francese, ungherese e tedesca: si trattava di ebrei che, dopo l’8 settembre, avevano cercato rifugio dalla Francia in Italia ma dovettero fare i conti con la Repubblica di Salò; profughi alla ricerca della salvezza, della vita per sé e le proprie famiglie, in fuga dalla persecuzione, dalla guerra, consegnati alla morte per il servilismo della collaborazione assicurata ai nazisti”.