Milano, Yom HaZikaron 5783
“La democrazia non è scontata”

Un minuto di silenzio scandito dalla sirena. La Comunità ebraica di Milano raccolta simbolicamente in piedi nell’aula magna della sua scuola per ricordare i caduti per la libertà d’Israele e le vittime del terrorismo. Un momento di riflessione e raccoglimento per onorare insieme Yom HaZikaron, il Giorno del Ricordo. A organizzarlo, i movimenti giovanili ebraici milanesi assieme all’assessorato ai giovani della Comunità e all’Adei Wizo. “Siamo qui per ricordare i 24213 soldati caduti e le 4255 vittime del terrorismo”, scandisce dal palco una giovane dell’Hashomer Hatzair. A prendere la parola in apertura, il vicepresidente UCEI Milo Hasbani. Racconta di essere da poco tornato dal viaggio ad Auschwitz a cui ha presenziato il Capo dello Stato Mattarella. “C’erano migliaia di ragazzi con noi e molte bandiere israeliane”, sottolinea, evidenziando come la memoria sia parte della collettività ebraica. Una memoria di cui Yom HaZikaron rappresenta uno dei capisaldi. “Un giorno – evidenzia Hasbani – che ci ricorda di essere sempre vicini ai nostri fratelli israeliani”. Sul palco poi salgono la presidente dell’Adei Wizo Milano Sylvia Sabbadini e il vicepresidente della Comunità Ilan Boni. “Yom HaZikaron è anche un momento di riflessione e consapevolezza. – afferma Sabbadini – ci ricorda che libertà e democrazia hanno un prezzo, che abbiamo l’obbligo di non darle per scontante, che dobbiamo difenderle strenuamente perché vivere senza indipendenza politica ha un prezzo molto più alto”. Viene ricordato come proprio alla vigilia di Yom HaZikaron a Gerusalemme, nel mercato centrale di Mahane Yehuda, l’odio ha colpito nuovamente. Un terrorista palestinese, poi eliminato, ha investito diversi passanti. Cinque le persone ferite, di cui una in modo grave. Un richiamo all’impegno di “supportare Israele in ogni momento, senza mai voltarle le spalle”, la riflessione di Boni, che sottolinea l’esempio di Leo Dee. “Un padre che ha perso in un attacco terroristico le due figlie, Maia e Rina, e poi la moglie Lucy. Un dolore inimmaginabile. Ma questo padre ha avuto un coraggio straordinario e ai suoi connazionali ha chiesto di non cedere al terrore”. Una tragedia, quella della famiglia Dee, che mette in luce come “Israele sia un miracolo. Un miracolo che porta con sé un costo altissimo”.