Una firma per la parità di genere
“No Women No Panel”. Prosegue, con la firma di un protocollo d’intesa insieme a Regione Emilia-Romagna, città metropolitana e Università di Bologna, la campagna europea fatta propria dalla Rai con l’obiettivo di una rappresentazione equilibrata di genere nei convegni, dibattiti pubblici e talk show. Un impegno che ha già portato alla sottoscrizione di numerosi accordi, con l’adesione tra gli altri dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Ad intervenire sono stati stamane il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, il sindaco Matteo Lepore, la vicesindaca Emily Marion Clancy, la prorettrice Simona Tondelli e la presidente della Rai Marinella Soldi, moderati dal giornalista Ivan Epicoco. Tutti concordi sul fatto che non solo vada applicato un principio di equilibrio fra i sessi nella comunicazione pubblica, ma che si proceda anche con il monitoraggio delle buone pratiche “per misurare l’effettiva parità raggiunta e migliorare negli ambiti dove ancora esistono discriminazioni e pregiudizi”. L’adesione di una Regione “con un forte spirito di comunità, come l’Emilia-Romagna, insieme al suo capoluogo e all’Università più antica d’Occidente, segna una tappa di estremo rilievo”, la soddisfazione espressa dalla presidente Rai.
Tra le osservatrici Ziva Grazia Modiano Fischer, ex presidente nazionale Adei Wizo, che l’UCEI ha delegato come propria rappresentante. Nel luglio dello scorso anno “No Women No Panel” aveva fatto tappa anche ad Assisi, per un confronto su temi come “La partecipazione delle donne ai tavoli strategici e militari“ e “Il ruolo del terzo settore nei processi di pace” che aveva visto la partecipazione dell’assessore UCEI Livia Ottolenghi. “Nell’ebraismo – la riflessione svolta allora – le donne hanno sempre avuto un ruolo importante, non solo nel sociale, ma anche nel tessuto educativo ed economico. Fin dal Medioevo le donne hanno svolto infatti la professione medica e sono state titolari di esercizi commerciali, levatrici, educatrici. L’empowerment femminile non è pertanto una cosa recente, ma molto antica”.