Polonia, nuovo attacco alla ricerca storica
In occasione dell’ottantesimo anniversario della Rivolta del Ghetto di Varsavia, l’emittente privata polacca TVN ha intervistato la storica Barbara Engelking, direttrice del Centro polacco per la ricerca sulla Shoah. Engelking è autrice di diversi saggi e studi sul genocidio in Polonia . Alle telecamere ha spiegato come gli ebrei “sono rimasti incredibilmente delusi dai polacchi durante la guerra. Sapevano cosa aspettarsi dai tedeschi, il nemico… ma il rapporto con i polacchi era molto più complesso”. Questi ultimi, ha affermato Engelking “avevano il potenziale per diventare alleati degli ebrei. Si sperava che si sarebbero comportati diversamente, che sarebbero stati neutrali, benevoli, che non avrebbero approfittato della situazione fino a questo punto e che non ci sarebbero stati ricatti diffusi”, la riflessione della studiosa, che ha poi aggiunto che i polacchi oggi esagerano il loro aiuto agli ebrei durante la guerra. “Le persone che hanno deciso di aiutare gli ebrei sono state davvero degli eroi, ma sono state molto poche”, le parole della studiosa, autrice di un gigantesco studio su questo tema, assieme al collega Jan Grabowski, intitolato “Notte senza fine. Il destino degli ebrei in alcune contee della Polonia occupata”. Un volume criticato dalla maggioranza di governo guidata dal partito Diritto e Giustizia, con un processo messo in piedi per poterlo censurare. Censura che è arrivata anche a seguito di queste ultime dichiarazioni, diventate un caso nazionale.
Il Primo ministro polacco Mateusz Morawiecki si è scagliato contro Engelking, accusandola di aver espresso una “opinione ingiustificata” che distorce la realtà. Ha sottolineato che la distruzione dello Stato polacco da parte della Germania nazista è ciò che ha permesso l’uccisione di 1,1 milioni di ebrei polacchi durante la Shoah e ha suggerito che coloro che non riconoscono sufficientemente gli sforzi polacchi per aiutare gli ebrei durante la guerra “commettono un crimine contro il valore umano, l’eroismo e il bene”.
Il governo ha annunciato un’inchiesta contro la televisione che ha trasmesso l’intervista e ha minacciato che non sosterrà più il Centro guidato dalla studiosa. Un parlamentare europeo del partito Diritto e Giustizia ha annunciato che presenterà una richiesta di perseguire penalmente Engelking per aver insultato la nazione polacca con le sue affermazioni. In difesa di quest’ultima c’è stata una mobilitazione internazionale. Oltre trecento accademici e istituzioni di tutto il mondo, tra cui Yad Vashem, hanno infatti rilasciato una dichiarazione che condanna gli attacchi del governo di Varsavia alla direttrice del Centro polacco per la ricerca sulla Shoah. All’esecutivo si chiede di garantire la “libertà accademica”.