Accuse e ultimatum

Ci sarebbe la regia di Kiev dietro l’attentato contro lo scrittore ultranazionalista russo Zakhar Prilepin, ferito dallo scoppio di un ordigno mentre era in viaggio tra Lugansk e Donetsk. In passato l’uomo, grande sostenitore di Putin, ha combattuto nel Donbass e in Cecenia. 
“Li vanno a prendere uno per uno, quasi che ci fosse una lista di bersagli e una finestra d’opportunità. Zakhar Prilepin, scrittore-combattente, è il terzo a essere stato preso di mira dopo la figlia di Dugin e il blogger Vladlen Tatarsky”, racconta il Corriere. Si parla, al riguardo, di “tecniche israeliane”. La portavoce del ministero degli Esteri russo ha accusato dell’attacco non solo l’Ucraina, ma anche Stati Uniti d’America e Gran Bretagna. L’Ucraina non ha commentato. Nebbia di guerra difficile da dipanare, secondo il Corriere, “anche sull’ultimatum lanciato dal capo della Wagner Evgeny Prigozhin che, dopo aver minacciato il ritiro da Bakhmut dei suoi uomini entro il 10 maggio, tira dritto e risponde all’altro signore della guerra che si è proposto di subentrargli sul fronte, il leader ceceno Ramzan Kadyrov”. In un ritratto, sempre sul Corriere, Prilepin è presentato come uno “scrittore maledetto”. Autore tra varie opere anche di un lavoro, una critica alla società liberale, “da molti bollato come antisemita”. Recentemente “si era avvicinato a Vladislav Surkov, ex vicepremier e ideologo del Cremlino”.

Boia ancora in azione in Iran, dove con l’accusa di “terrorismo” e di fiancheggiamento tra gli altri con Israele è stato impiccato il 50enne Habib Farajollah Chaab. Dopo avere vissuto per un decennio in esilio in Svezia, paese di cui aveva la cittadinanza, il dissidente era stato rapito da agenti iraniani “durante una sua visita in Turchia nel 2020” (Il Quotidiano Nazionale). Chaab, ricorda il Corriere, “è il secondo cittadino con doppia nazionalità a essere giustiziato nel 2023”.

Tra sette giorni i cittadini turchi torneranno al voto in quelle che, sulla prima pagina di Repubblica, in un editoriale del suo direttore Maurizio Molinari, si definiscono “le elezioni politiche nazionali più importanti dell’intero 2023”. Anche pensando alle “profonde conseguenze per la sicurezza dell’Europa, del Medio Oriente, del Nordafrica e, più in generale, per gli equilibri strategici nello scacchiere del Mediterraneo allargato che investono direttamente anche l’Italia”.

Domani Edith Bruck sarà a Firenze, protagonista di un convegno organizzato dall’Università. “Una donna sopravvissuta sarà sempre vista come un’intoccabile, un caso difficile oppure una santa. Questo mi fa sentire in profondo imbarazzo, insieme al sussiego, l’eccesso di convenevoli. Persino i cardinali mi baciano la mano, ma lì entra in gioco il senso di colpa cattolico” afferma la Testimone, in un’intervista con la redazione locale di Repubblica.

Avvenire intervista lo studioso Hagi Kenaan, già a capo del dipartimento di Filosofia dell’Università di Tel Aviv e oggi direttore della rivista Iyyun. Sostiene Kenaan, soffermandosi sull’attualità d’Israele: “In questo momento di trasformazione è necessaria una riflessione intellettuale per capire e articolare meglio dove stiamo andando come società, quale futuro chiediamo per noi stessi e quale sia il nuovo ‘contratto democratico’ che desideriamo”.

La lingua senza frontiera, il saggio sullo yiddish di Anna Linda Callow, continua a ricevere apprezzamenti. Così il Giornale: “Un libro ironico e ben documentato”.

Adam Smulevich

(7 maggio 2023)