“Archivi, patrimoni da valorizzare”
“Come archivi, come biblioteche di ricerca il nostro ruolo primario è difendere e tutelare il nostro patrimonio. Ma non basta. Dobbiamo anche sforzarci di comunicare in maniera nuova verso l’esterno per raccontare questo patrimonio sia alle comunità di appartenenza sia alla società intera. È un racconto identitario fondamentale e il rischio altrimenti è di rimanere irrilevanti”. È l’invito arrivato da Torino da Stefano Benedetto, soprintendente archivistico e bibliografico del Piemonte e Valle d’Aosta nel corso del secondo incontro organizzato dall’Archivio Ebraico Benvenuto e Alessandro Terracini per festeggiare i suoi primi cinquant’anni. Un appello, quello del soprintendente, che il mondo ebraico ha fatto suo da tempo. E lo dimostrano le iniziative messe in campo dallo stesso Archivio Terracini così come l’ambizioso progetto ITALYA Books, promosso dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e la Biblioteca Nazionale di Israele, con il sostegno della Rothschild Foundation Hanadiv Europe e il contributo della Fondazione beni culturali ebraici in Italia. A raccontare la genesi del progetto al pubblico torinese la sua referente, Gloria Arbib. “Il progetto è partito nel 2018 e ha come obiettivo la catalogazione dei libri ebraici a stampa (fino al 1960) presenti nelle biblioteche italiane”, ha spiegato Arbib, illustrando i diversi aspetti e la complessità del progetto e presentandone il sito. “Uno strumento a disposizione di tutti, esperti e curiosi, per scoprire la ricchezza di questo patrimonio librario”. Così come la Biblioteca digitale, altro pezzo fondamentale di ITALYA Books. Qui gli studiosi e non solo “possono visualizzare le schede informative in ebraico e in caratteri latini, oltre ad una serie di fotografie che descrivono le pagine principali e identificative di ogni volume”.
Dell’immenso patrimonio di uno dei partner del progetto, la Biblioteca nazionale d’Israele, ha parlato Ariel Viterbo. “La collezione odierna della biblioteca è considerata la più grande collezione del mondo di manoscritti in ebraico e comprende circa 14.000 manoscritti. A questi si aggiungono circa 2000 in arabo e altri 2000 in altre lingue di argomento, soprattutto ebraico ma non solo”. Anche Viterbo ha presentato gli strumenti a disposizione degli utenti per scoprire cosa offre la Biblioteca nazionale d’Israele.
Sul lavoro invece portato avanti sull’Archivio Terracini, in particolare sui volumi ebraici a stampa, si è soffermata la direttrice dell’ente Chiara Pilocane. “Gli obiettivi naturalmente del censimento sono quelli di mettere in relazione, comparare i libri di una stessa collezione, la loro storia, fare questa comparazione tra collezioni diverse, fare considerazioni generali e aumentare in generale la disponibilità di informazioni storiche importanti”. Al riguardo “la pubblicazione on line dei risultati non è un dato accessorio di questi lavori, ma è un elemento fondamentale”. Più in generale la storia dei volumi, la ricostruzione di piccole e grandi collezioni librarie personali attraverso le note di possesso familiari, ha spiegato Pilocane, “ci danno tante informazioni per la storia del libro ebraico in genere, che è un ambito di ricerca non ancora abbastanza esplorato. Quindi la storia della censura, della lettura e del commercio del libro ci danno dati sulla storia più generale della cultura e del pensiero. Cosa si leggeva in un’epoca ci dice come la gente pensava e dà dati utili naturalmente per la storia economica”. Infine, ha aggiunto la direttrice del Terracini, la raccolta di questi dati “ci dà informazioni utili, e lo diceva Gloria Arbib, per documentare anche fatti storici non necessariamente collegati all’uso e alla circolazione dei volumi”.