Mondiale di calcio in Argentina,
Israele in campo per la Storia

La prima e unica partecipazione della nazionale d’Israele a un Mondiale di calcio risale al 1970, nell’edizione svoltasi in Messico che fu l’ultima a fregiarsi del titolo di “Coppa del mondo Jules Rimet”. Per poi diventare, dopo il triplice successo brasiliano, “Coppa del mondo FIFA”.
Forse superfluo ricordare che l’ultimo trionfo della generazione di assi trainata da Pelé avvenne ai danni dell’Italia, battuta 4 a 1 in finale dopo che la stessa era stata capace di infliggere altrettante reti alla Germania Ovest in semifinale e, nel turno precedente, ai padroni di casa. Un valzer del goal non facilmente pronosticabile dopo che nel girone eliminatorio gli Azzurri erano stati bloccati per ben due volte sullo 0 a 0. L’ultima proprio da Israele.
Oltre mezzo secolo dopo Israele torna al Mondiale. Non quello dei “grandi”, rimasto finora una chimera. Ma comunque la pur nobile versione “Under 20″, da sempre fucina di talenti. Da qui infatti hanno iniziato la loro scalata campioni del calibro di Maradona, Messi e Haaland.
Il via nei prossimi giorni in Argentina, con Italia e Israele in campo lo stesso giorno: l’Italia contro il Brasile, Israele contro la Colombia. “La casa dei campioni del mondo apre le porte alle superstar del calcio mondiale di domani. Un evento magnifico, realizzato con poco preavviso”, la soddisfazione del presidente della Fifa Gianni Infantino. Lo “scarso preavviso” ha a che fare proprio con Israele, oggetto di un tentativo di boicottaggio da parte dell’Indonesia.
Il torneo avrebbe dovuto ospitarlo proprio la nazione asiatica, il Paese a maggioranza islamica più popoloso del pianeta. Una decisione evidentemente non felice. Fino all’ultimo la Fifa ha provato a mediare, ma di fronte a posizioni di aperta ostilità verso lo Stato ebraico e all’impegno di funzionari governativi e della federazione sportiva nel cercare di impedire la partecipazione della sua rappresentativa calcistica hanno deciso di gettare la spugna. Chiedendo ad altri di farsi carico dell’onore e onere dell’organizzazione del Mondiale.
A farsi avanti è stata così l’Argentina. E scelta migliore, viene da dire, non poteva essere fatta.