Il Premio Adei Wizo a Eshkol Nevo
“Ri-umanizzare le parole,
il compito di noi scrittori”
“L’impegno di questo premio è più che mai necessario per far conoscere il nostro mondo, senza quei filtri e distorsioni che sono difficili da sradicare persino nelle persone insospettabili. Ma vedendo anche quanto ci hanno scritto gli studenti protagonisti della sezione ragazzi, direi che qualche passo nella direzione giusta lo stiamo facendo”.
È un bilancio più che positivo quello tratto da Susanna Sciaky, presidente nazionale Adei Wizo, nell’aprire la cerimonia conclusiva del 23esimo premio letterario assegnato annualmente dall’Associazione Donne Ebree d’Italia e intitolato alla memoria di Adelina Della Pergola. Non un posto libero, nella sala azzurra della Scuola Normale di Pisa, con tanti studenti ad ascoltare e applaudire. Al tavolo d’onore Eshkol Nevo e Andrea Molesini, mentre sullo schermo in collegamento c’erano Ayelet Gundar Goshen, Yigal Leykin e Max Gross. Tra gli intervenuti il direttore della Scuola Normale Superiore Luigi Ambrosio, l’assessore all’Urbanistica del Comune di Pisa Massimo Drigoli, l’assessore alla Cultura del Comune di Livorno Simone Lenzi, il comandante dei Carabinieri di Livorno Ugo Chiosi, il presidente della Comunità ebraica pisana Maurizio Gabbrielli e quello della Comunità livornese Vittorio Mosseri.
Il primo a ricevere il riconoscimento è stato Nevo, premiato per il suo romanzo “Le vie dell’Eden”. Lo scrittore israeliano, stimolato anche dalle domande della giornalista Francesca Nocerino e di Andrea Molesini, ha ricordato: “Il primo premio letterario che ho ricevuto è stato proprio questo, per ‘La simmetria dei desideri’. All’epoca fu proprio quello di cui avevo bisogno per spronarmi a continuare questo mestiere. Si può dire che oggi sto chiudendo un cerchio”. Nevo ha poi parlato del ruolo dello scrittore oggi: “Una delle cose che possiamo fare è ri-umanizzare e dare la vita alle parole che sono state usate fino a consumarsi, che altrimenti rischiano di diventare parole innocue. Uno scrittore deve essere in contatto molto fisico con la vita”. Il premio per la sezione ragazzi lo ha vinto invece Ayelet Gundar Goshen, con “Dove si nasconde il lupo”. Illustrando la genesi del romanzo, l’autrice ha sostenuto: “In fondo il mistero della vita non è l’esplorazione dell’universo, ma cercare di capire chi sono le persone a noi più care. Ed è questo l’aspetto veramente umanistico della letteratura, perché ci troviamo ad affrontare tutti gli stessi problemi”. La cerimonia è proseguita con i saluti da Israele di Sergio Della Pergola, che insieme alla sorella Mara tiene in vita il ricordo della madre attraverso questo meritorio concorso. Andrea Molesini, premio speciale della giuria, ha invece immerso il pubblico nelle vicende storiche della Repubblica di Venezia del XV secolo di cui tratta in “Il rogo della Repubblica”. Il giorno dopo, come è tradizione, gli scrittori hanno incontrato i ragazzi delle scuole. Quest’anno sono stati oltre 700 gli studenti da tutta Italia coinvolti nel ruolo di giurati, presenti stamane alla Goldonetta di Livorno. Molteplici e stimolanti le loro domande agli scrittori, incentrate soprattutto sui rapporti familiari e le dinamiche dell’adolescenza. Un tema centrale nella letteratura israeliana.