La battaglia di Kiev
Da una parte lo scudo dei Patriot, forniti dagli Stati Uniti all’Ucraina. Dall’altra “la Daga” ossia i Kinzhal, gli ordigni ipersonici di progettazione russa. La battaglia consumatasi l’altro giorno nei cieli di Kiev rischia di essere, nell’analisi di Repubblica, “l’inizio di una nuova terribile era”. In un articolo dedicato a quanto avvenuto nelle scorse ore si ricorda che nel 1991 Saddam Hussein utilizzò una falange di Scud per bombardare Israele e Arabia Saudita, “misurandosi proprio con l’esordio delle batterie terra-aria statunitensi”. Le armi irachene “però erano strumenti già vecchi e gestiti senza un comando coordinato”. A Kiev sarebbe stata “tutta un’altra storia”. A Londra il premier britannico Sunak e quello olandese Rutte hanno intanto lanciato l’iniziativa di un blocco disposto a consegnare gli F-16 all’Ucraina. Secondo indiscrezioni, scrive il Corriere, potrebbero aderire al patto “Danimarca, Belgio, Norvegia, Polonia, Romania e, forse, Grecia”. Tutti questi Paesi hanno infatti in dotazione “gli aerei da combattimento F-16, considerati dai generali ucraini, e non solo da loro, i più adatti allo scenario di guerra”.
In un editoriale su Avvenire, parlando del conflitto in Ucraina, si sostiene che avrebbe generato “una sorta di buco nero, una buia stella divoratrice che ha inghiottito l’attenzione mondiale fino a gettare in penombra le tante altre crisi di cui il mondo abbonda”. Tra cui, si legge, “l’instabilità politica di Israele coinvolto in una sanguinosa intifada tra Hamas, la Jihad e l’intolleranza ricattatoria dell’estremismo dei coloni”.
L’evento “Le vittime dell’odio” organizzato dall’osservatorio Oscad al Memoriale della Shoah di Milano ha avuto come ospite d’onore la senatrice a vita Liliana Segre. Nel riferirne, vari giornali citano l’alto numero di visitatori dall’inizio dell’anno. “Centomila visitatori da gennaio. Il record del Memoriale della Shoah”, titola il Corriere Milano. “Segre: grazie a Fazio 100 mila visitatori”, la scelta di Repubblica. “Il binario Segre-Fazio”, quella della Stampa. Nei loro interventi sia la senatrice che il presidente del Memoriale Roberto Jarach hanno richiamato l’importanza dello speciale Rai dello scorso gennaio, condotto proprio da Fazio.
Alcuni familiari delle vittime sono insorti per la possibile nomina di Chiara Colosimo (FdI) alla presidenza della Commissione Antimafia. Di recente Report aveva mostrato una sua foto accanto al terrorista di estrema destra Luigi Ciavardini. Nelle polemiche, riferisce il Corriere, torna in circolo anche un’altra immagine. Colosimo, in questo caso, è ritratta “davanti a un murales dell’antisemita Codreanu”. Episodio così commentato dalla parlamentare: “Ero in una sede del Msi dove c’era quel vecchio murales. Non sono fascista. Anzi considero il fascismo il più grosso ostacolo per farci giudicare per ciò che facciamo oggi e non per quello che è stato fatto 100 anni fa”. Aggiunge Colosimo: “Sono stata ad Auschwitz da vincitrice di un concorso studentesco e da consigliere accompagnando le scuole. Sono innamorata della preghiera ebraica Shemà”.
Sul Corriere Mario Calabresi ricorda le vittime dell’attentato del 17 maggio 1973 alla Questura di Milano, dove si era appena conclusa la commemorazione del padre Luigi (ucciso l’anno prima). Responsabile dell’attacco fu Gianfranco Bertoli, poi condannato all’ergastolo per la morte di quattro persone. Nato a Venezia nel 1933, morirà nel 2000. “A 16 anni – riporta il Corriere – va a scuola con una pistola: un compagno esplode un colpo, Bertoli viene espulso, si allontana dalla famiglia e inizia una vita fatta di lavori saltuari e piccoli crimini. Nel ’71 va a vivere in un kibbutz in Israele. Si dice anarchico, ma stringe amicizie con figure dell’estrema destra”.
L’ambasciatore israeliano Alon Bar è intervistato dal quotidiano La Verità. Afferma il diplomatico, concentrandosi anche sulla realtà politica e sociale d’Israele: “Da una ventina di settimane stiamo assistendo a varie manifestazioni sia contro che a favore dell’attuale governo. C’è stato qualche episodio di violenza, ma statisticamente irrilevante. Il resto è manifestazione pacifica. È la base della democrazia: spetta poi a noi trovare una sintesi delle diverse posizioni”.
Adam Smulevich
(17 maggio 2023)