Palma d’oro, la critica indica Glazer:
“Vi mostro un’altra Shoah”

Per molti critici della stampa internazionale, The Zone of Interest di Jonathan Glazer sarebbe il film meritevole della Palma d’oro. Basato sull’omonimo libro di Martin Amis, recentemente scomparso, racconta la Shoah senza mostrare scene di violenza e morte ma portando la prospettiva del mondo visto con gli occhi del criminale nazista Rudolf Höss e della sua famiglia. Il regista ne parla con il Corriere. “L’orrore – afferma – è un rumore di fondo, mentre Höss e sua moglie, a pochi metri, prendono il caffè, impermeabili alle atrocità. L’ufficiale ogni tanto riceve gli ingegneri per studiare un nuovo forno crematorio più efficace. C’è la coesistenza di questi due estremi”. Höss, prosegue Glazer, “avrà una discussione con sua moglie quando gli comunicano che verrà trasferito, e si mette in moto la burocrazia e il rigido protocollo nazista”. La moglie dal suo canto “era furibonda perché vivere all’aria aperta, in quella casa, la casa della felicità circondata dalla natura, col giardino e la piscina, era stato il loro sogno, inseguivano il loro american dream: è un dettaglio importante ritrovato nella testimonianza del giardiniere di casa Höss”. Aggiunge il regista, illustrando il senso della sua opera: “Non è un film vintage, in costume, da mettere al museo. L’ho costruito con la lente del nostro mondo. Sembra una storia del XXI secolo. La sfida era quella di mantenere autenticità, coniugare la verità e la contemporaneità”.

Di recente la Camera ha bocciato un ordine del giorno, presentato da un parlamentare di centrosinistra, che chiedeva di eliminare il termine “razza” da tutti gli atti della pubblica amministrazione. La questione continua ad essere dibattuta, anche oltre l’ambito della politica. Come sottolinea il Corriere, nel suo corsivo del giorno, si tratta “di una delle parole più nefaste che ci siano nel vocabolario, poiché evoca il genocidio nazifascista: tant’è vero che la partecipazione italiana all’olocausto fu divulgata e sancita da una rivista intitolata ‘La difesa della razza’”.

C’è apprensione per Ilaria De Rosa, la 23enne hostess italiana in stato di fermo in Arabia Saudita con l’accusa di spaccio internazionale di stupefacenti. Secondo la famiglia si tratterebbe di un equivoco. A suscitare particolare ansia, informa Repubblica, “è la consapevolezza della situazione delle carceri in Arabia Saudita, tra i Paesi più volte denunciati da organizzazioni come Amnesty International”. La madre, intervistata dalla Stampa, dice: “Mi faccio forza pensando che, essendo innocente, la verità verrà a galla. Però ho lo stesso una gran paura”.

Nei prossimi giorni la Rai trasmetterà uno speciale su Piero Angela, condotto dal figlio Alberto. In una intervista con Repubblica, si anticipano alcuni temi dell’approfondimento. Tra cui il legame con il padre Carlo, medico antifascista e “Giusto tra le Nazioni”.

Torna la tensione a Gerusalemme dopo la visita del ministro Ben Gvir sulla Spianata delle Moschee / Monte del Tempio. Una visita che, secondo il Giornale, “ricorda quella di Sharon nel settembre del 2000, alla vigilia della Seconda Intifada”.


Adam Smulevich