Weisz, Ascarelli, Anticoli
Lo sport e l’impegno di Memoria

La finale di Europa League tra Roma e Siviglia, in programma domani sera a Budapest, avrà un significativo antefatto. Precederà infatti la cerimonia lo svelamento di una statua dedicata ad Arpad Weisz, l’allenatore ungherese assassinato ad Auschwitz pochi anni dopo aver portato Inter e Bologna allo scudetto. Un evento per fare Memoria di un grande protagonista del pallone della prima metà del Novecento, che dalla natia Solt, paesino della contea di Bács-Kisku, dopo una prima esperienza sotto l’egida del Maccabi aveva scelto la strada dell’Italia per formarsi prima come calciatore e poi come allenatore. Un contributo di immenso valore, sepolto a lungo nell’inconsapevolezza generale per effetto della persecuzione attuata dal nazifascismo a partire dalla promulgazione delle leggi razziste. A rendergli omaggio saranno esponenti del governo sia ungherese che israeliano e dirigenti del club felsineo, che allenò per l’ultima volta nell’ottobre del ’38. “Dallo scudetto ad Auschwitz”, come racconta Matteo Marani nella sua biografia dedicata a Weisz. Un libro, ma soprattutto il pilastro dal quale ogni impegno si è da allora rimesso in moto.
La cerimonia di Budapest cade in un periodo segnato da alcune iniziative legate a significativi percorsi di vita ebraici nello sport, in un’Italia che presto avrebbe mostrato il suo volto più feroce. Perseguitando diritti e vite. E procedendo anche alla cancellazione postuma di tracce “non ariane”. È il caso di quel che accadde a Napoli, dove una violenza anche toponomastica cancellò il nome del fondatore e primo presidente della squadra di calcio locale: l’imprenditore e filantropo ebreo Giorgio Ascarelli, morto prematuramente nel 1930, che l’aveva fondata nel ’26. Sull’onda dei festeggiamenti per il terzo scudetto appena conquistato, l’obiettivo dell’Associazione Memoria-Museo della Shoah APS e della Comunità ebraica è quello di riportare la sua figura al centro. Un progetto, dal titolo “Ascarelli. Un nome e una storia lunga centocinquant’anni”, che sarà svelato durante una conferenza stampa che si terrà giovedì mattina nell’atrio del vecchio cimitero ebraico cittadino, dove Ascarelli è sepolto, con l’intervento tra gli altri di Nico Pirozzi e della presidente della Comunità ebraica napoletana Lydia Schapirer.
Un altro appuntamento di Memoria si terrà questa sera, nella cornice del sacrario delle Fosse Ardeatine a Roma, dove andrà in scena lo spettacolo “Bucefalo il pugilatore” scritto, diretto e interpretato da Alessio De Caprio, con musiche dal vivo a cura del Maestro Fabio Raspa. Ad essere ripercorsa la storia di Lazzaro Anticoli, un pugile ebreo romano che fu tra le 335 vittime dell’eccidio. Conosciuto anche come “Bucefalo”, fu uno dei tanti boxeur vanto e orgoglio della Roma ebraica. Il più famoso dei quali fu Leone Efrati, detto Lelletto, che nel dicembre del ’38 lottò a Chicago per il titolo mondiali dei pesi piuma contro Leo Rodak. Tornato in Italia per stare vicino alla moglie e al figlioletto, sarà vittima di una retata e deportato ad Auschwitz. Da dove, anche lui, non farà ritorno. Lo spettacolo, in programma alle 21, ha il patrocinio tra gli altri di Anfim e Comunità ebraica romana.

(Nelle immagini: le maglie celebrative di Inter e Bologna in onore di Arpad Weisz)