Il direttore lascia, le reazioni
Sono innumerevoli i messaggi di solidarietà e di simpatia che continuano a pervenire in redazione riguardo alla decisione di Guido Vitale, fondatore e guida di questo gruppo di lavoro per oltre 15 anni, di lasciare l’incarico. Anche se non è ovviamente possibile rendere noti i commenti e i sentimenti espressi da ognuno, ne pubblichiamo solo alcuni sulla base del desiderio manifestato dagli autori.
“Sono rimasto molto stupito della notizia delle dimissioni dopo 15 anni di lavoro, secondo me svolto con grande responsabilità e grande capacità. Una notizia sorprendente che in un certo senso addolora: andranno capite quindi in profondità le ragioni di questo cambiamento” la valutazione di Sergio Della Pergola, illustre demografo e politologo, consigliere strategico di molti governi israeliani, che ricorda di aver iniziato a collaborare sin dal numero zero. “Vitale fu nominato a dirigere la parte editoriale dell’Unione in una situazione in cui la stampa ebraica italiana era molto dispersiva. In molti e da molti decenni percepivamo la necessità di un organo centrale autorevole in questo ambito. Un organo che rappresentasse una posizione assolutamente indipendente e dall’altro lato, ovviamente, non fosse lontano e slegato dalle maggiori istituzioni comunitarie, in primo luogo dall’Unione delle Comunità. Quindi quando il direttore venne e mi disse della nuova iniziativa di Pagine Ebraiche pensai che finalmente fosse stato risolto un problema pluridecennale”.
“Vorrei ringraziarlo pubblicamente per l’enorme lavoro che ha svolto in questi anni come direttore di Pagine Ebraiche e ideatore e coordinatore di un articolato e innovativo modo di comunicare l’ebraismo italiano al grande pubblico”, il commento del direttore della Fondazione Cdec Gadi Luzzatto Voghera. “Personalmente, dopo molte resistenze personali, ho accettato la sfida di collaborare allo spazio Pilpul e ogni settimana per dodici lunghi anni ho contribuito con interventi, recensioni e commenti. – scrive ancora il direttore del Cdec – Una palestra che è stata per me importante (mi manca), e un’occasione per confrontarmi con lettrici e lettori. Più in generale, credo che non sia esagerato includere l’esperienza ideata da Guido Vitale nella lunga storia del giornalismo ebraico italiano in età contemporanea”.
“Lettera altissima, pacata e fermissima” quella del direttore uscente, secondo la storica Anna Foa. “Questi quindici anni sono stati anni di speranza, di apertura, di coinvolgimento del mondo ebraico. Un periodo che, per noi che abbiamo collaborato, è stato entusiasmante. Un grande riconoscimento al lavoro di questi quindici anni e l’amarezza per il fatto che non è più il tempo. Complimenti e un abbraccio a tutti gli amici della redazione”.
“Praticamente perfetto nel suo testo”, scrive lo storico e docente di storia dell’ebraismo Alberto Cavaglion. “L’ho pensato spesso in questi giorni. Ieri vicino Sirmione c’era una tavola rotonda su Rita Levi Montalcini. Non ho potuto andarci, gli organizzatori hanno pescato una puntata audio su di lei che avevo registrato con Vitale durante la pandemia e l’hanno fatta riascoltare. Spero davvero si schiudano nuove vie nella stampa ebraica. Se ci sarà Guido, ci sarò anche io”.
“Sto ricevendo molti messaggi di persone che sono cadute dalle nuvole… strano, la gente proprio non si è resa conto di quello che stava capitando?” si domanda Anna Segre, insegnante, vicepresidente della Comunità ebraica torinese ed ex direttrice di HaKeillah. “Vediamo cosa succede adesso. Certo che leggere del suo congedo poche ore dopo aver ascoltato quello di Fazio dalla Rai fa proprio uno strano effetto. Naturalmente tutta la mia solidarietà anche alla redazione”.
Simonetta Della Seta, giornalista e già direttrice del Museo dell’ebraismo italiano di Ferrara, ricorda di aver assistito alla nascita di Pagine Ebraiche sotto la presidenza di Renzo Gattegna: “Ho incontratoVitale a Tel Aviv con la prima impaginazione del primo numero del giornale e questo mi rese molto felice: si apriva una nuova pagina dell’ebraismo italiano che aveva deciso di raccontarsi al mondo”. Un rapporto con la redazione e con il direttore che è proseguito nel corso della sua direzione del Meis. Aggiunge Della Seta: “Esprimo oggi rammarico per la partenza di Guido, al quale auguro ogni possibile successo e sostegno a chi rimane, augurandomi che possa continuare a fare il proprio lavoro e a crescere”.
“La fine di un’epoca”, la descrizione dello storico Claudio Vercelli. “Se è senz’altro vero che nessuno può, e deve, essere eterno nella posizione professionale che ricopre rispetto ad una organizzazione, non è meno autentico il riscontro che l’assenza di Vitale avrà un peso crescente. Di metodo (la formazione di validi colleghi nel campo della comunicazione ebraica) e di merito (il rispetto per la differenziazione interna alla realtà ebraica peninsulare, così come la costante attenzione per la complessità dei fenomeni sociali, culturali e politici che ne hanno accompagnato l’evoluzione in questi ultimi due decenni)”.
“Una testimonianza di forza etica e politica insieme” il commento di David Sorani, insegnante di storia e filosofia in pensione, rispetto all’intervento del direttore uscente, con cui “si era creata una certa comunanza e confidenza”. Prosegue Sorani: “Non so quali dinamiche abbiano portato a questo cambiamento, non credo sia casuale la contingenza politica attuale nel nostro paese. Probabilmente non è solo questo. Auspico solo che si possa trovare una nuova idea corale, di ricchezza di voci come è stato fatto in passato. E non è una sfida facile”.
“Caro Guido – scrive la storica Liliana Picciotto – mi dispiace apprendere del tuo commiato causato da una incrinatura di sintonia tra l’UCEI editore e te direttore. Ho sempre considerato il tuo ingresso nel giornalismo ebraico un significativo e prezioso apporto di intelligenza, razionalità e cultura. “Non conosco – aggiunge – esattamente i termini della questione e non mi intrometto, ma da attenta lettrice delle testate ebraiche desidero esprimere a te e all’UCEI il mio sincero rincrescimento”.
“Ho letto il testo di Vitale, mi dispiace molto per il suo saluto che temo sia anche la fine di questa testata per come la conosciamo (o la conoscevamo): in parte me lo aspettavo comunque prima o dopo”, il messaggio del giornalista freelance Francesco Moises Bassano. “Comprendo del resto molto bene la sua scelta, e credo davvero che questo passo possa significare per lui anche non la fine ma l’inizio di qualcosa di nuovo, certamente più slegato dal clima comunitario degli ultimi anni e dalle nocività ad esso collegate. Un caro saluto e un abbraccio a tutta la redazione”.
Così Emanuele Calò, giurista e direttore dell’Osservatorio Enzo Sereni: “Mentre altre minoranze rafforzano la loro presenza sulla scena nazionale e internazionale, noi andiamo in direzione opposta. Posso accettare molte cose, ma accettare che si faccia il buio attorno all’UCEI non rientra nell’ambito degli elementi di cui si possa prescindere”.
Le dimissioni hanno suscitato varie reazioni nel mondo del giornalismo. Una delle voci più autorevoli dell’informazione italiana, il direttore emerito dell’Osservatore Romano Giovanni Maria Vian, tra gli altri scrive: “I quindici anni durante i quali Guido Vitale ha diretto le testate giornalistiche dell’Unione delle comunità ebraiche italiane sono stati importanti ed esemplari, e non solo per la ‘più antica minoranza della Diaspora’. Ne ho avuto esperienza personale perché ci presentò un amico comune, l’indimenticabile Renzo Gattegna, quando da poco ero direttore dell’Osservatore Romano. Nacquero così una collaborazione, i cui frutti restano, e un’amicizia, che dura”. Aggiunge Vian: “Oggi il saluto di Guido Vitale è nel suo stile inconfondibile, asciutto e trasparente. Senza concessioni alla retorica e limpido nel riassumere il senso della sua direzione, affidatagli dall’editore e rivolta intenzionalmente a ‘essere la casa di tutti gli ebrei italiani e di tutti coloro che guardano con interesse all’ebraismo italiano’. Cioè con una vocazione all’apertura da parte di una tradizione antica e variegata, la cui storia e identità sono tenaci e vive”. “Guido Vitale – prosegue Vian – evoca nel suo bilancio ‘il giornalismo indipendente, le libere opinioni, le culture di minoranza’ e accenna infine a un’etica ebraica dell’informazione. Non è solo uno sguardo al passato il suo, ma anche e soprattutto un impegno. Secondo una linea che può essere condivisa ben oltre i confini dell’ebraismo, come ha mostrato la nostra esperienza di questi anni che deve farci guardare con fiducia a un futuro da costruire insieme”.
Riforma, l’organo di informazione delle Chiese Evangeliche Battiste, Metodiste e Valdesi, nel riportare integralmente l’editoriale di commiato di Vitale, premette: “Nella primavera di nove anni fa, era il 2014, quando il progetto di comunicazione che oggi leggete, “Riforma si fa in 4”, si trovava in fase di elaborazione (avrebbe visto la luce nell’estate), era parso logico guardare ad esempi concreti già attivi, presenti magari nella stessa area di riferimento (minoranze nel Paese). Ecco che lo sguardo dell’allora moderatore della Tavola valdese Eugenio Bernardini si andava a posare sull’esperienza maturata in seno alle comunità ebraiche italiane. Mezzi di comunicazione su supporti differenti, per pubblici distinti e con differenti periodicità. Carta stampata e internet, e poi le nuove opportunità offerte dalla tecnologia, Pagine Ebraiche e le sue varie declinazioni sono parse un modello di ispirazione. Da questa premessa si svolsero allora alcuni incontri con il responsabile dell’area comunicazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche italiane Guido Vitale e altri collaboratori. Momenti fruttuosi che ricordiamo con grande piacere. Per questo oggi che Guido Vitale saluta dopo 15 anni e si appresta a vivere nuove opportunità, ci piace ricordare quegli importanti momenti costitutivi di un progetto che è ancora qui oggi”. La notizia è in evidenza anche sulle agenzie di stampa. “Pagine Ebraiche: il direttore lascia, sciopero delle firme dei giornalisti. Vitale: ‘Non posso assecondare certe scelte'”, titola fra l’altro la Dire. Nel lancio si legge: “Guido Vitale, direttore di Pagine Ebraiche, il quotidiano edito dall’Unione delle Comunità Ebraiche, lascia la guida del giornale. L’assemblea dei giornalisti proclama lo sciopero delle firme e commenta: ‘A partire da domani Guido Vitale, fondatore e guida di questa redazione per 15 anni, lascerà la direzione. L’Assemblea rinnova all’unanimità la fiducia nei confronti di un collega che ha dimostrato con estrema generosità doti professionali e qualità umane fuori dal comune, esprimendo disagio e profondo malessere rispetto a quanto comunicato. La sua uscita di scena va infatti a impoverire il lavoro giornalistico e rischia di generare un danno d’immagine e credibilità alle istituzioni dell’ebraismo italiano'”. “Il direttore Vitale – riporta ancora l’agenzia – aveva scritto ieri un editoriale di commiato: ‘Quando non certo il rispetto, non certo la stima, ma la necessaria sintonia fra editore e direttore si incrina, è del resto necessario intervenire prima che la situazione degeneri. E di situazioni degenerate le istituzioni dell’ebraismo italiano non hanno bisogno. Non pretendo ovviamente di imporre orizzonti e strategie non condivise, così come non ho la minima intenzione di assecondare scelte in cui non mi riconosco’”.