Una scuola per Piero Terracina
“Guida morale insostituibile”
Straordinaria voce della Memoria italiana, Piero Terracina è stato per lunghi anni e fino alla morte, avvenuta nel 2019, un testimone presente e assiduo nelle scuole. Una di quelle cui più era affezionato era la scuola media Cardarelli di Roma, vicino cui abitava e i cui studenti hanno avuto il privilegio di ascoltarne il racconto in una sequenza di incontri ininterrotta dal 2010.
L’istituto, nel cuore del Municipio XI, da quest’oggi ne porta il nome. Un atto volto a certificare il suo essere stato “una guida morale insostituibile” per migliaia di alunni e insegnanti. E un modo per la scuola di ricordare “la sua capacità di rivolgersi ai ragazzi con uno sguardo che è lo sguardo dei ragazzi che sono stati”, le parole della dirigente Maria Cristina Angeleri in apertura di cerimonia.
Numerosi gli interventi che hanno contraddistinto l’iniziativa, che ha visto anche la piantumazione di un ulivo alla memoria di Piero e l’inaugurazione di una mostra con vari pannelli. Toccanti in particolari le riflessioni dei due Testimoni della Shoah Edith Bruck e Sami Modiano.
“Piero per me è stato come un fratello. Ci siamo conosciuti in un posto orrendo, in un ambiente di morte. Eravamo due ragazzi. Nei momenti in cui la disperazione sembrava prevalere, ci davamo coraggio con semplici parole. Tra noi, in quel contesto terribile, è nata un’amicizia fraterna” l’emozione di Modiano. Visibilmente commosso, ha poi ricordato come sia stato proprio Piero a spingerlo verso la testimonianza attiva. “Era il 2005. Piero si apprestava ad andare a Birkenau, nell’occasione di un Viaggio della Memoria organizzato dall’allora sindaco Veltroni. Ricordo benissimo le sue parole, l’appello che mi rivolse: ‘Sami, ti prego, i ragazzi hanno bisogno di te'”. Un appello destinato a lasciare il segno nei quasi vent’anni che sono seguiti: “Andrò avanti finché avrò forza, affinché nessuno debba più vedere cosa hanno visto i nostri occhi”. Emozione e gratitudine anche nella voce di Bruck: “Sono stata tante volte nelle scuole con Piero: il nostro era un comune sentire rispetto al dovere sia civile che morale di parlare di quel che ci era accaduto”. Un impegno e al tempo stesso una fatica, ha poi aggiunto. Ma comunque “ripagata dall’ascolto e dalle lettere inviateci dai ragazzi dopo i nostri incontri”. La Testimone di origine ungherese, guardando all’attualità, ha anche espresso il pensiero “che in Europa stia tornando un’onda nera: un fatto che mi preoccupa”. A portare una testimonianza a nome della famiglia era stato in precedenza Ettore Terracina, uno dei nipoti di Piero, soffermatosi sulla dimensione privata di un uomo capace di molto amore e di molte premure.
Ad aprire la cerimonia Lello Dell’Arriccia, il presidente di Progetto Memoria. Realtà “di cui Piero è stato uno dei fondatori e fino all’ultimo il presidente onorario: il nostro primo e instancabile Testimone; con il suo esempio ricordava a tutti noi il valore della Memoria, evidenziando l’importanza che ogni vittima fosse commemorata”. Per Ruth Dureghello, la presidente della Comunità ebraica di Roma, “ci troviamo oggi nel contesto più intimo ma anche autorevole in cui si trasferiscono valori: cosa c’è di più bello, di più significativo, del riconoscersi nelle parole di Piero”. Il nome, ha poi ricordato Noemi Di Segni, presidente UCEI, “significa moltissimo: è una parte identitaria di quel che si è e si trasmette; proprio il nome è stata la prima cosa ad essere tolta ai deportati nei campi di sterminio”. Miguel Gotor, assessore alla Cultura del Comune, ha poi evidenziato “il trauma terribile” delle leggi razziste di cui anche Piero fu vittima. Quest’atto, il messaggio di Gotor, “ha riguardato migliaia di giovani ebrei e costituisce la pagina più vergognosa di una storia di cui, come italiani, siamo costretti a farci carico”. Ad unirsi alla cerimonia anche Gianluca Lanzi, presidente del Municipio XI: “Piero si è sempre impegnato per le buone cause. Dentro e fuori la scuola”.
Ad accompagnare la cerimonia di intitolazione della scuola il canto degli studenti, con un repertorio che ha toccato vari brani rappresentativi dell’identità ebraica e della storia del Novecento.