Il sorriso d’Israele, le lacrime italiane:
le due facce del Mondiale
Quella per il terzo e quarto posto è la finale che, di solito, nessuno vuole giocare. La “finalina” dei Mondiali di calcio Under 20 d’Argentina ha fatto per una volta eccezione. Il volto radioso dei calciatori israeliani, vincitori contro la Corea del Sud per 3 a 1, ne è stata la conferma. Un risultato straordinario per la compagine guidata da Ofir Haim, alla sua prima partecipazione al torneo, oltre mezzo secolo dopo l’unica presenza tra i “grandi” al Mondiale disputatosi in Messico nel 1970. Binyamin, Senior e Khalaili i marcatori che hanno portato Israele a questo storico terzo posto, frutto dell’alchimia non soltanto tattica e tecnica di “ragazzi giovani e talentuosi, ebrei e arabi insieme”, come ha evidenziato tra gli altri il Capo dello Stato Isaac Herzog.
Se Israele sorride, a piangere è invece l’Italia. Che poche ore dopo si è giocata il titolo, perdendo con l’Uruguay in una partita relativamente avara di emozioni e decisa soltanto nel finale per via di una distrazione difensiva. Una sconfitta amarissima, per 1 a 0: lo stesso risultato con cui l’Uruguay aveva eliminato Israele nel turno precedente. Un epilogo infelice che però “non cancella quanto di buono fatto fin qua”, ha detto il ct azzurro Nunziata.
Non sempre il talento giovanile forgia i campioni di domani. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, sia Italia che Israele hanno buoni motivi per sperare in un rilancio anche tra i “grandi”.