Ebraismo e laicità, studiosi a confronto
nel nome di Bruno Di Porto

Fondatore e anima della rivista “Hazman Veharaion – Il Tempo e L’Idea”, oltre che autore di una miriade di pubblicazioni e saggi, Bruno Di Porto (1933-2023) è stato fino all’ultimo uno dei più autorevoli e appassionati studiosi delle vicende dell’ebraismo italiano. Un impegno nato ai tempi dell’università, con la discussione di una tesi sulle minoranze religiose durante il Risorgimento. A ricordarne il lascito, a cinque mesi dalla scomparsa, una giornata di studi su “Laicità ed ebraismo” indetta dal Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici dell’Università di Pisa insieme alla Domus Mazziniana. Un’occasione per ricordarne i meriti e il suo essere stato, negli anni di docenza universitaria e direzione della stessa Domus Mazziniana, oltre che in molte altre vesti sia pubbliche che private, “un punto di riferimento per generazioni di allievi, studiosi e cittadini che trovavano in lui una capacità di accoglienza e una volontà di un confronto civile e responsabile senza pari”. Tra gli intervenuti gli studiosi Mario Di Napoli, Alessandra Veronese, Anna Foa, Marisa Patulli Trythall, Francesco Lucrezi e Gabriele Rigano, insieme al direttore della Domus Mazziniana Pietro Finelli. Ad aprire le testimonianze un saluto del presidente della Comunità ebraica pisana Maurizio Gabbrielli. “Bruno è stato un uomo di grande spessore e di immensa cultura, con un modo sempre garbato e gentile di porsi”, le sue parole. “L’entusiasmo che metteva nel commentare la parashah settimanale era unico. Mi sono spesso confrontato con lui: sapevo di potermi relazionare con una persona saggia, aperta e con una visione moderna del mondo. È stato un grande uomo: ci manca e ci mancherà”.