Ebrei nella Grande Guerra,
Ferrara non dimentica
Il cimitero di via delle Vigne è uno dei luoghi più rappresentativi della Ferrara ebraica. Uno spazio ricco di storie e testimonianze, come i due monumenti freschi di restauro mostrati oggi al pubblico in occasione di una cerimonia istituzionale dal forte significato. In uno si ricordano i militari ebrei caduti nello svolgimento della Grande Guerra. L’altro, opera dello scultore Arrigo Minerbi, celebra invece nello specifico l’eroe dell’aviazione Pico Deodato Cavalieri. Entrambi i progetti di restauro (il primo avviato da un’iniziativa della Comunità ebraica, il secondo da un impegno dell’amministrazione comunale) sono stati sostenuti dal Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah, per essere poi selezionati nell’ambito di un bando promosso dal Comitato tecnico-scientifico speciale per la tutela del patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale in funzione all’interno del Ministero della Cultura.
La cerimonia – cui erano presenti autorità civili, militari e religiose, oltre alla associazioni combattentistiche e d’arma cittadine – ha visto l’intervento dell’assessore comunale alla Cultura Marco Gulinelli, del presidente della Comunità ebraica Fortunato Arbib, del rabbino capo rav Luciano Caro, del direttore del Meis rav Amedeo Spagnoletto e di Daniele Ravenna, componente del comitato tecnico-scientifico ministeriale. Come anticipato a Pagine Ebraiche da Alessandra Barbuto, la funzionaria a capo della segreteria del comitato, un’occasione per riaccendere l’attenzione sui monumenti in sé ma anche su cosa quell’epoca ha rappresentato per l’ebraismo italiano: l’apice della stagione post-risorgimentale nel segno della piena emancipazione e contribuzione ai destini della patria, ma anche il preludio a quell’epoca d’incertezza esistenziale che avrebbe consentito al fascismo di acquisire il potere e di annientare, un passo dopo l’altro, tutti i diritti fondamentali.
Così l’assessore Gulinelli nell’esprimere la propria soddisfazione durante la cerimonia odierna: “C’è una straordinaria unione di intenti in quello che oggi presentiamo e restituiamo alla città e alla sua storia: c’è, infatti, l’unione di Comune, Ministero, Meis e Comunità ebraica per il recupero del monumento funebre a Pico Deodato Cavalieri e del monumento dedicato agli ebrei ferraresi caduti nella Prima Guerra mondiale. C’è l’anticipazione, nell’opera che porta anche la firma di Arrigo Minerbi, della grande mostra che il 7 luglio inaugurerà al Castello. Ma c’è soprattutto l’omaggio alla comunità ebraica ferrarese, ai suoi caduti e, in particolar modo, a colui che cadde vittima di un incidente aereo: Pico Cavalieri, uomo, aviatore, liberale e patriota”.
“Il Comune di Ferrara e la Comunità ebraica cittadina, nello spirito e in applicazione della legge numero 78, hanno elaborato e presentato al Ministero due progetti per restaurare la tomba monumentale di Pico Cavalieri e il monumento agli ebrei ferraresi caduti nella prima guerra mondiale. Il Meis ha deliberato di cofinanziare i due interventi e il Comitato ministeriale ha apprezzato le due iniziative premiandole con una votazione altissima, cogliendo il particolare significato delle due proposte”, ha tra l’altro evidenziato Ravenna. Oggi dunque, ha proseguito il rappresentante del ministero, “salutiamo il compimento di questi restauri, che hanno visto il concorde impegno del Comune, della Comunità ebraica, del Meis e il determinante sostegno dello Stato: ricordiamo questi nomi, di ferraresi fra i ferraresi, cittadini fra i cittadini, soldati fra i soldati, caduti fra i caduti”. Ha concluso Ravenna: “Avevamo un debito nei loro confronti, abbiamo cercato di onorarlo”.