Libri ebraici, la rete con l’Italia

Guarda anche all’Italia la rete di collaborazioni avviate dalla Biblioteca Nazionale d’Israele, con particolare riferimento al progetto “I-TAL-YA Books” nato alcuni anni fa da una sinergia con Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e Rothschild Foundation Hanadiv Europe, con il contributo della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia. L’obiettivo, come più volte raccontato su queste pagine, è quello di realizzare un catalogo unificato di tutti i libri ebraici presenti sul territorio nazionale. Decine di migliaia i volumi interessati.
Manoscritti, incunaboli e testi antichi stanno tornando così a disposizione degli studiosi, ma anche al grande pubblico, nella teca digitale della Biblioteca nazionale di Roma appositamente adattata anche in ebraico. “Un’iniziativa importante ed emozionante, nel segno di una forte interconnessione tra realtà diverse” il pensiero espresso a Pagine Ebraiche da Stefano Campagnolo, attuale direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, durante un evento di approfondimento sulle biblioteche statali del Lazio e della Toscana svoltosi di recente nella sede dell’allora Centro Bibliografico UCEI. Forte anche l’apprezzamento di Gerusalemme. Oren Weinberg, il direttore della Biblioteca Nazionale d’Israele, durante un suo intervento per la Festa del libro ebraico del Meis ha sottolineato la capacità di tutti i soggetti coinvolti di fare rete: “Sono sicuro che gli ottimi rapporti instaurati tra l’ufficio catalogazione della Biblioteca d’Israele e i team di catalogazione e tecnici in Italia ci consentiranno di portare avanti con successo questo progetto, che si espande accogliendo molte altre collezioni di comunità e istituzioni di tutta Italia”.
La Teca\Volumi ebraici propone attualmente solo i primi risultati di questo sforzo. Ma, viene spiegato sul sito, in un’area apposita, “il processo di identificazione, parziale digitalizzazione e catalogazione continua a ritmo serrato”. L’impegno è ad aggiornare il catalogo ogni due mesi, fino ad arrivare al suo completamento “per circa 35/40.000 volumi presenti in circa 40 biblioteche”.
“In generale I-TAL-YA Books ha due caratteristiche che vorrei sottolineare. Da una parte ci permetterà di scoprire, nelle quaranta biblioteche prese in esame, volumi che rappresentano pezzi importanti della storia della cultura ebraica in Italia” le parole di Gloria Arbib, referente UCEI per il progetto, nel fare un primo bilancio, a inizio 2022, dopo la catalogazione di oltre 10mila volumi. “L’altro elemento è legato alle biblioteche: a loro chiediamo di mettere i volumi a disposizione dei nostri fotografi e in cambio restituiamo un catalogo collettivo parzialmente digitale. Uno strumento utile per gli studiosi, che potranno così decidere dove, ad esempio, andare a chiedere in prestito o in visione un determinato libro. Diamo dunque valore alle biblioteche stesse, al loro patrimonio”. Inoltre, aggiungeva Arbib, il progetto rappresenta una possibilità per le istituzioni (ebraiche e non) per fare ordine nei propri inventari e assicurare il proprio patrimonio librario. “Sappiamo che c’è il rischio che questi volumi vengano sottratti. E già accaduto in passato. Catalogarli nel nostro sistema permette di evitare che questi volumi scompaiano senza lasciare traccia”.