“Rabbini espulsi, parole di odio:
antisemitismo uno dei mali della Russia”
Lo scenario sarà forse più chiaro nei prossimi giorni, ma gli analisti nutrono pochi dubbi rispetto al fatto che la convulsa giornata di ieri abbia portato a un indebolimento della leadership di Vladimir Putin. “Oggi il mondo ha visto che la Russia è senza padroni, nel caos totale”, la posizione espressa dal presidente ucraino Zelensky. Il primo spettatore interessato degli eventi innescati dall’insurrezione dei mercenari del gruppo Wagner dalla città di Rostov fino alle vicinanze di Mosca. Putin, per il momento, è salvo. Ma per il “dittatore” russo – così lo chiama rav Yaakov Bleich, il rabbino capo d’Ucraina, in una intervista di queste ore – l’inizio della fine potrebbe essere solo questione di tempo.
Il rav, ascoltato dalla radio di The New Voice of Ukraine, è incalzato su varie questioni. A partire dal delirante discorso di Putin al recente forum economico di San Pietroburgo, durante il quale aveva definito Zelensky “una vergogna del popolo ebraico”. Secondo rav Bleich, un intervento a suo modo illuminante: “Appena ha detto quella frase, è come se tutto si fosse svelato con chiarezza. Che altro si può dire? Putin è un dittatore e controlla l’intero spazio mediatico. I russi, pertanto, ascoltano solo ciò che lui vuole che ascoltino. E per noi è molto difficile. Possiamo rilasciare dichiarazioni e protestare, è accaduto varie volte. Ma il pubblico che sarebbe essenziale raggiungere, quello russo, non può ascoltarle”. Putin, ricorda rav Bleich, è stato presidente o primo ministro russo per ben 23 anni. E in quest’arco di tempo “ha espulso 16 rabbini dalla Russia, e questo è un fatto; ringraziando Dio, nei miei 33 anni di lavoro, nessun rabbino è stato espulso dall’Ucraina”.
Il rav, nell’intervista, parla di atteggiamento molto positivo delle istituzioni ucraine verso il mondo ebraico. “Almeno in apparenza, questo è anche il caso della Russia. Per Putin, che dice di amare così tanto gli ebrei, ho però una domanda: se ami gli ebrei, perché hai questo atteggiamento nei confronti dei rabbini e della comunità? E perché tra le autorità russe c’è un così alto tasso di antisemitismo?”. Azioni scellerate gravide di conseguenza, dice il rav. “In Russia c’è adesso una dittatura, e questo è molto pericoloso anche per la comunità ebraica. È necessario che coloro che hanno la possibilità di partire lo facciano. Tra l’altro è interessante notare come dall’inizio della guerra contro l’Ucraina circa 16mila ebrei ucraini siano partiti per Israele, mentre dalla Russia siano stati 65mila. Mi sembra che allo stato attuale sia più pericoloso per gli ebrei stare in Russia, molto più che in Ucraina”. Si domanda ancora il rav: “Cosa succederà se la Russia perderà la guerra? A chi daranno la colpa? Mi sembra facile ipotizzare che i responsabili saranno individuati negli ebrei”.
Il rav ha rivolto anche un appello a Israele, affinché prenda una posizione più netta a favore dell’Ucraina: “Dimmi chi sono i tuoi amici e capirò chi sei. Vediamo ora che la Russia è con la Siria, l’Iran e la Corea del Nord. Hanno raccolto tutti i cattivi, tutto il male che esiste, e lo hanno messo insieme. Mi sembra che Israele abbia bisogno di aprire gli occhi e vedere chi è il suo nemico e come può difendersi dalla Russia. Ora stanno aiutando l’Iran a fabbricare le armi che l’Iran dice che userà contro Israele. Israele non lo capisce? Non lo so…”.