Solidarietà al popolo afghano,
premiato l’impegno del mondo ebraico
Quando nell’agosto del 2021 vent’anni di lente ma significative conquiste civili sono andate in frantumi, il popolo afghano si è ritrovato sempre più solo e smarrito. L’orda talebana ha infatti distrutto tutto, demolendo in pochi giorni diritti e libertà acquisite con fatica. Perseguitando e uccidendo.
Tra quanti hanno scelto di non voltare le spalle rifugiandosi nell’indifferenza c’è l’ong ebraica Hias, nata a fine Ottocento come Hebrew Immigrant Aid Society, che ha messo a disposizione le proprie competenze ed energie per favorire l’accoglienza e integrazione dei numerosi profughi giunti da Kabul e dintorni. Lo stesso ha fatto IsraAid, ong fondata in Israele e nota per il suo impegno in aree di crisi del pianeta. A riconoscere il valore della loro collaborazione in questo ambito un premio assegnato dallo Afghan Institute for Strategic Studies (AISS), realtà la cui sede è stata trasferita da Kabul a Londra in seguito alla riconquista talebana del Paese. Tra i meriti evidenziati da AISS l’evacuazione di oltre 150 cittadini invisi al regime e per questo esposti al rischio della vita, che dall’Afghanistan sono stati fatti fuggire in Occidente. Dove oggi hanno trovato una loro stabilità e serenità.
“Durante tutta la crisi afghana la comunità estesa dell’Hias ha dato un supporto, aiutando a livello sia di accoglienza che di reinserimento. Un impegno immediato, in un momento storico senza precedenti”, l’apprezzamento espresso nella motivazione del premio. Tra i suoi destinatari il ceo di IsraAid Yotam Polizer, presente alla cerimonia. Mentre l’ex ambasciatore di Kabul nel Regno Unito, Said T. Jawad, ha tenuto un intervento sulla storia ebraica dell’Afghanistan. Un legame antico ma da tempo infrantosi per via del crescente odio antiebraico fomentato anche istituzionalmente dopo la nascita dello Stato d’Israele e definitivamente conclusosi, nell’estate di due anni fa, con la fuga dell’ultimo ebreo dalla capitale afghana.
Tra le realtà in cui il lavoro di Hias ha lasciato un segno in questi mesi c’è l’Italia: in raccordo con le istituzioni dell’ebraismo italiano e con altre organizzazioni ai profughi afghani sono state offerte possibilità sia abitative che di studio e formazione. Molte migliaia, nel mondo, gli assistiti. “Hias – raccontava a Pagine Ebraiche il suo direttore per l’Europa Ilan Cohn, richiamando uno dei motti della ong – ha iniziato ad aiutare perché chi aveva bisogno di aiuto erano gli ebrei. Adesso continua ad aiutare perché è ciò che noi ebrei facciamo: aiutiamo.”