“Goldschmidt è un agente straniero”
La Russia attacca il rav

Costretto a lasciare la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina, rav Pinchas Goldschmidt da oltre un anno critica le azioni del Cremlino. In esilio forzato in Israele per non aver accettato di sostenere l’aggressione a Kiev, il rav ha denunciato le mosse del presidente Putin, le repressioni interne e si è detto preoccupato per il futuro della Comunità ebraica russa. Lui che per oltre trent’anni ha contribuito a ricostruirla, diventando rabbino capo di Mosca nel 1993. Una carica ricoperta fino al 2022. Poi c’è stato il 24 febbraio e tutto è cambiato. E ora il rav si trova insieme ad altri oppositori ad essere bollato dal Cremlino come agente straniero. Il ministro della Giustizia russo, secondo quanto diffuso da un’agenzia di stampa locale, lo accusa infatti di diffondere “false informazioni sulle decisioni prese dalle autorità pubbliche della Federazione Russa e sulle loro politiche”. Inoltre, “si è opposto all’operazione militare speciale in Ucraina”.
In risposta a questa notizia, il rav, presidente della Conferenza dei rabbini europei dal 2011, ha detto di essere “orgoglioso di essere dalla parte giusta della storia e di unirsi a una lista illustre di persone che si oppongono a un’operazione ingiustificata che nuoce a persone innocenti”. “Per 30 anni ho nutrito e preservato la comunità ebraica di Mosca, nessun ordine mi impedirà di farlo anche ora”, ha aggiunto, invitando ancora una volta gli ebrei russi a lasciare il paese.
Con la formula di “agente straniero” le autorità russe indicano persone o organizzazioni che secondo il governo ricevono fondi dall’estero per svolgere attività antigovernative. Una lista di proscrizione in cui chi ci finisce rischia da sanzioni economiche al carcere.
Il rav in questi mesi ha parlato di una Russia che “ha cambiato volto”, invitando la comunità ebraica “a lasciare il Paese, prima che sia troppo tardi”. Al Guardian, in un’intervista di fine 2022, si era in particolare soffermato sulla minaccia antisemita. “Stiamo assistendo a un aumento dell’antisemitismo mentre la Russia sta tornando a un nuovo tipo di Unione Sovietica, e passo dopo passo la cortina di ferro sta cadendo di nuovo. Ecco perché credo che l’opzione migliore per gli ebrei russi sia quella di andarsene”.
Di recente, in qualità di presidente della Conferenza dei rabbini europei, ha ribadito la sua vicinanza all’Ucraina. Lo ha fatto incontrato il rabbino capo, rav Mosche Azman. “Un eroe e un modello per tutti noi”, la definizione di rav Goldschmidt per il collega Azman. “Dopo aver rischiato di essere ucciso dai cecchini russi nei pressi di Kherson qualche giorno fa, stiamo ringraziando D-o per la sua sopravvivenza e il suo benessere. Possa D-o proteggere lui e tutti gli altri!”.

(Nell’immagine, l’incontro tra rav Pinchas Goldschmidt e il rabbino capo d’Ucraina, rav Moshe Azman)