La Francia e le opere d’arte depredate,una legge per facilitare le restituzioni
Il parlamento francese ha approvato di recente all’unanimità una legge legata alla restituzione dei beni culturali saccheggiati durante le persecuzioni antisemite tra il 1933 e il 1945. Si tratta, sottolineano i promotori, di una modifica importante per facilitare queste restituzioni. Il disegno di legge introduce nel Codice francese dei beni culturali un’eccezione al principio di inalienabilità delle collezioni pubbliche: in precedenza, per restituire ai legittimi proprietari un’opera finita nelle collezioni pubbliche francesi era necessario emanare una legge ad hoc. Ora il provvedimento approvato all’unanimità consente di rimuovere i beni saccheggiati dal demanio per restituirli ai legittimi proprietari senza dover ricorrere a testi legislativi specifici.
Rispetto all’iter per la restituzione di opere presenti in collezioni pubbliche, la decisione sarà presa dopo aver consultato la Commissione per l’indennizzo delle vittime di spoliazioni. A quest’ultima è affidato il compito di accertare i fatti che hanno portato alla sottrazione.
“Spero che il 2023 sia un anno di progressi decisivi per le restituzioni”, aveva dichiarato la ministra della Cultura francese Rima Abdul Malak a inizio anno. Per la ministra l’approccio della Francia alla sua storia non deve essere “né di negazione né di pentimento, ma di riconoscimento”. Sempre Malak, presentando il progetto di legge al Senato, aveva aperto il suo discorso ricordando come “80 anni fa, in Europa, i nazisti e le autorità collaborazioniste confiscavano i beni degli ebrei prima di attentare alla loro vita o di costringerli alla clandestinità e all’esilio. 80 anni fa, nella stessa Francia, si decise che i beni degli ebrei potevano essere loro sottratti. Souvenir, oggetti di uso quotidiano, libri… Centinaia di migliaia di questi beni saccheggiati e depredati non sono mai stati ritrovati e restituiti”. Le opere d’arte, ha proseguito Malak, non sono sfuggite a questo destino. Prima per mano della Germania nazista, poi con la complicità attiva dello Stato francese. Attraverso il Commissariato generale per le questioni ebraiche, “le gallerie d’arte sono state ‘arianizzate’ e le proprietà di professionisti e privati sono state depredate”. In altri casi, le famiglie perseguitate non hanno avuto altra scelta che fuggire, vendendo i loro beni sotto costrizione per finanziare la sopravvivenza o l’esilio forzato. “Dobbiamo continuare a tracciare questo percorso di giustizia, mentre gli ultimi testimoni della Shoah sono ancora tra noi, anche se non per molto, e mentre l’antisemitismo non è ancora un ricordo del passato”. Il testo della legge precisa che questo impegno politico è stato riaffermato dal Primo Ministro Elisabeth Borne il 15 luglio 2022 quando, in occasione della restituzione dei beni saccheggiati durante l’occupazione, ha ribadito la determinazione della Francia a “rendere giustizia”. “Mentre la guerra torna in Europa, mentre le voci degli ultimi sopravvissuti si spengono, mentre l’antisemitismo uccide ancora, noi continueremo instancabilmente il nostro lavoro di ricordo, di pace e di trasmissione”, aveva affermato Elisabeth Borne.
Una prima legge approvata il 21 aprile 2022 autorizzava la restituzione o la consegna di quindici opere di collezioni pubbliche saccheggiate prima e durante la Seconda guerra mondiale, tra cui un dipinto di Gustav Klimt intitolato “Rosiers sous les arbres”, conservato dal Museo d’Orsay.