Sinagoga di Gorizia, l’impegno
per restituirla alla città

Chiusa nel corso della pandemia, la sinagoga di Gorizia, tra le più antiche del Friuli Venezia-Giulia, si appresta a riaprire. E lo farà con alle spalle un importante investimento da parte delle istituzioni locali. Il Consiglio regionale ha infatti stanziato 250mila euro per garantire la manutenzione straordinaria dei suoi locali e adeguare la struttura alle normative vigenti. Un passo importante salutato positivamente dalla Comunità ebraica di Trieste, di cui Gorizia è una sezione, e dalla Fondazione beni culturali ebraici in Italia, impegnata con un ambizioso progetto sul territorio. “Con piacere abbiamo appreso la notizia dell’investimento sulla sinagoga di Gorizia. Un impegno che dà finalmente modo di poterla rendere accessibile” sottolinea Alessandro Salonichio, il presidente della Comunità di Trieste. La sinagoga, inaugurata nel 1756 e di rito ashkenazita, in questi anni “è diventata un appuntamento fisso per celebrare insieme Hanukkah; ora la ristrutturazione faciliterà le aperture e darà lustro sia alla Comunità sia alla città, dando la possibilità a tutti di conoscere la nostra storia e la nostra tradizione”, afferma Salonichio.
Una prospettiva condivisa da Dario Disegni, presidente della Fondazione beni culturali ebraici in Italia, che sta portando avanti un progetto strettamente connesso alla sinagoga: il restauro e recupero del cimitero ebraico di Valdirose. Un’iniziativa avviata nel solco del grande appuntamento del 2025, quando l’italiana Gorizia e la slovena Nova Gorica saranno insieme “capitale della Cultura europea”. Un momento di unità simbolico per chi un tempo era diviso dalla Cortina di ferro. E allo stesso tempo un’occasione, prosegue Disegni, per presentare a un pubblico internazionale il patrimonio ebraico delle due realtà.
“La sinagoga si trova in territorio italiano e a poca distanza, al di là del confine, si trova il cimitero di Valdirose. Insieme questi due luoghi rappresentano una testimonianza importante della storia ebraica locale e non solo”, sottolinea il presidente della Fondazione beni culturali ebraici in Italia. Il progetto di recupero di Valdirose avviato dalla Fondazione sta procedendo. “Auspichiamo che a breve – rileva Disegni – possano arrivare anche in questo caso dei finanziamenti sul budget di Go25, relativo alle iniziative per la Capitale della Cultura del 2025”. Riaprire la sinagoga e il cimitero “sarà significativo anche perché permetterà di avere una visita integrata ai due luoghi e permetterà di capire il significato della presenza ebraica nel territorio”. Una presenza, evidenzia ancora Disegni, fatta di “personalità di grandissimo rilievo che l’hanno vissuta e abitata”. Dal rabbino Isacco Samuele Reggio al filosofo Carlo Michelstaedter, dal glottologo Graziadio Isaia Ascoli alla giornalista Carolina Luzzatto Coen.
Rispetto alla sinagoga, il presidente Salonichio sottolinea come le aperture in questi anni siano state possibili grazia alla locale associazione Amici d’Israele. “Ci ha sempre supportato e aiutato, anche perché in città non ci sono più membri della comunità”. L’associazione cura anche il Museo “Gerusalemme sull’Isonzo” – dal soprannome conferito un tempo a Gorizia -, in cui sono ricostruite la storia dell’ebraismo locale e la grande vivacità culturale della Comunità sia negli studi ebraici che nella vita cittadina.
Ricavata dall’ampliamento di un oratorio esistente nel ghetto dal 1699, la sinagoga cambiò volto a fine Ottocento. A seguito della demolizione di alcune case che la delimitavano, l’architetto Emilio Luzzatto nel 1894 progettò infatti una nuova facciata in stile moresco, con un doppio portale ad arcate sopra il quale si trova un rosone con una stella ad otto punte e le tavole della legge.