Il ministro Cohen a Roma
“Con l’Italia amicizia solida,
può essere d’esempio nell’Ue”

In visita a Roma a marzo, il Premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva auspicato un “salto di qualità” nei rapporti già eccellenti tra Italia e Israele. Un concetto ribadito dal ministro degli Esteri di Gerusalemme, Eli Cohen, sbarcato nella capitale italiana per una visita di alcune ore e dopo una missione a Belgrado. “”L’Italia è uno dei più grandi amici di Israele in Europa. Le relazioni tra i Paesi raggiungono ogni giorno nuove vette”, le parole del capo della diplomazia israeliana al suo arrivo. Ad accoglierlo, l’ambasciatore a Roma Alon Bar e l’ambasciatore in Vaticano Raphael Schutz.
In agenda, l’incontro con l’omologo Antonio Tajani (nell’immagine), con il ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini e con il Segretario di Stato del Vaticano Pietro Parolin. Con il numero uno della Farnesina sono state discusse “le sfide alla sicurezza regionale in Medio Oriente e in Europa e della possibilità che l’Italia partecipi all’ampliamento del cerchio della pace, soprattutto con i Paesi del Nord Africa”, si legge in una nota del ministero israeliano. “Continueremo a promuovere la cooperazione con l’Italia nei settori della sicurezza regionale, soprattutto di fronte al regime terroristico iraniano che minaccia la stabilità regionale”. Tra gli obiettivi di Cohen, ribaditi anche in un’intervista con il Corriere della Sera, promuovere la cooperazione bilaterale in settori come l’energia, l’innovazione, la sicurezza informatica, la gestione delle risorse idriche, anche alla luce del vertice intergovernativo previsto per fine ottobre. Collaborazioni, spiega il ministro, che possono aprire a sinergie con altre realtà del Medio Oriente. Sul piano diplomatico, il ministro degli Esteri spiega di fare affidamento sul governo di Roma per incidere nelle istituzioni internazionali e fare da argine alle mozioni contro Israele. “La premier Giorgia Meloni e Antonio Tajani, il ministro degli Esteri, si impegnano a modificare il voto dell’Italia nei forum internazionali. Spero che la loro coraggiosa posizione contribuisca anche a determinare un cambiamento positivo in altri paesi dell’Unione Europea”, le parole di Cohen al Corriere.
Il capo della diplomazia israeliana non manca poi di rilevare che “da Paesi amici come l’Italia ci aspettiamo che spostino l’ambasciata a Gerusalemme”. Aumentare il numero di missioni straniere a Gerusalemme è uno degli obiettivi dichiarati da Cohen rispetto al suo incarico. E di recente ha espresso soddisfazione per la decisione della Russia di aprire una sezione consolare nella capitale israeliana. Inoltre, in una intervista con i media israeliani, ha evidenziato come l’Ungheria potrebbe diventare il primo paese dell’Unione europea a spostarvi l’ambasciata.
Chi manderà, dopo tre anni di assenza, il proprio ambasciatore in Israele è la Serbia. Lo ha annunciato lo stesso Cohen da Belgrado. Ad informarlo di questa decisione, il presidente serbo Aleksandar Vučić, spiegando che il nuovo ambasciatore arriverà in Israele entro un mese. La prolungata assenza era legata alla decisione di Israele nel 2020 di riconoscere il Kosovo, con cui ha stabilito relazioni diplomatiche e che ha aperto un’ambasciata a Gerusalemme.
Da Belgrado Cohen ha parlato di “una nuova pagina nelle relazioni tra Israele e Serbia”. Un paese che il ministro ha definito “un sostenitore di Israele. Nel mio incontro con il presidente Vučić, l’ho ringraziato per il suo impegno nei confronti del nostro Paese e per aver preservato la memoria della Shoah”. Sul tavolo, spiega un comunicato del ministero degli Esteri (in cui si ricorda che era da quattordici anni che un capo della diplomazia israeliana non si recava a Belgrado), anche la richiesta di collaborare nel contrasto alla minaccia iraniana. Un tema di primaria importanza per Gerusalemme, tornato anche nella odierna missione italiana.

(Credit – Mose – Cleverage)