Gerusalemme, cinema protagonista
nel segno di Golda Meir
Oltre duecento film provenienti da cinquanta paesi diversi con proiezioni sparse per tutta la città. Il Jerusalem Film Festival ha deciso di festeggiare in grande la sua quarantesima edizione, con una ricca programmazione di pellicole israeliane e internazionali. Ad aprire la rassegna, “Golda”, l’ultimo film del regista Guy Nattiv, in cui l’attrice britannica Hellen Mirren interpreta la celebre Premier. Proiettato davanti a cinquemila persone nella “piscina del sultano” – area situata all’aperto, sotto le mura della Città Vecchia – il film ha ottenuto soprattutto giudizi positivi da parte della critica locale. La scelta di Nattiv non è stata quella di costruire un’autobiografia completa di Golda Meir, ma di concentrarsi solo sui complicati giorni della guerra dello Yom Kippur del 1973.
“È il racconto del trauma di quella guerra. – scrive per esempio Avner Shavit del sito Walla – Golda dà forma a questa storia in modo sconvolgente. Nattiv, che ha dato prova di una fotografia intensa in tutti i suoi film precedenti, si discosta dalle convenzioni del film biografico-storico e presenta qui un atto espressivo, che contribuisce a illustrare quanto la guerra sia stata un incubo. Le immagini più forti sono quelle legate al fumo e alle ciminiere, che naturalmente riecheggiano i campi di sterminio e trasformano il film in una storia di un Paese in doppio post-trauma: il primo originato dalla Shoah, il secondo dalla guerra del ’73”.
Sempre Shavit descrive “Golda” come molto sionista. È un film, scrive il critico, “che glorifica Israele e la sua potenza. Lo presenta come un Paese con il cui esercito non si può scherzare, almeno finché i suoi soldati sentono di essere al servizio di una democrazia e non di una dittatura: sebbene questo esercito subì una batosta nei primi giorni di combattimento, seppe riprendersi e sarebbe stato in grado di arrivare a conquistare il Cairo”.
Dal sito Time-Out alla rete Mako fino al giudizio dello stesso Shavit, i critici sono concordi nel descrivere come eccellente l’interpretazione della Mirren. Tanto che ci si dimentica che si tratti di un’attrice e non della vera Golda Meir, scrive Time-Out. “La star premio Oscar la incarna in tutta la sua forza e la presenta come colei che ha salvato Israele dalla distruzione e come una donna che andava avanti mentre tutti gli uomini intorno a lei crollavano in tempo reale. – scrive Shavit – I nipoti di Golda erano presenti alla proiezione e, a quanto mi risulta, soddisfatti del film. Sarà interessante sentire cosa diranno le famiglie di Dayan, Elazar e Zaira”. Ovvero gli altri protagonisti dell’epoca e di quel delicato momento storico per Israele. Alla critica di Haaretz, Nirit Anderman, invece l’interpretazione di Hellen non è piaciuta. O meglio scrive che il troppo make up ne sacrifica il talento. E per Anderman Nattiv ha scelto una strada troppo celebrativa.
Tra i film proiettati, anche il Sol dell’avvenire di Nanni Moretti.