Tutelare i libri sacri, tensioni in Svezia
Il contestato rogo del Corano davanti all’ambasciata irachena in Svezia dovrebbe tenersi nel pomeriggio. A dirlo sono i media svedesi, segnalando come l’assalto alla rappresentanza diplomatica di Stoccolma a Baghdad né le violenze che ne sono scaturite abbiano sortito alcun cambiamento nel programma. Sul tema così si era espressa nei giorni scorsi l’UCEI: “L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, con tutte e 21 le Comunità locali, deplora ed esprime la più profonda preoccupazione per la legittimazione formale, avvenuta da parte delle autorità svedesi, del rogo di libri sacri quali la Torah e il Corano, così come di qualsiasi altro testo o simbolo sacro di altre fedi. Un fatto di estrema gravità che condanniamo con fermezza, ricordando – come già detto da illustri pensatori e come purtroppo dimostrato più volte nel corso della Storia – che dove si iniziano a bruciare i libri, si arrivano poi a bruciare le persone. La libertà di espressione è un caposaldo delle società occidentali, un bene prezioso e irrinunciabile. Ma non può e non deve nuocere al rispetto, imprescindibile, delle libertà e dei diritti religiosi”.
L’appello, alla Svezia, è a un ripensamento necessario e urgente”. Ad esprimersi in queste ore è, tra gli altri, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha sottolineato la propria solidarietà “con la Svezia per l’incendio alla sua Ambasciata a Baghdad. Bruciare testi sacri, Vangelo, Corano o Torah, è un atto di violenza contro Dio e i credenti. Continuiamo ad impegnarci per il dialogo interreligioso”. Per il ministro degli Esteri bisogna prendere d’esempio la Casa della Famiglia abramitica di Abu Dhabi.