I giuristi e avvocati ebrei d’Italia
“Israele, una riforma che preoccupa”
Molte le reazioni nel mondo ebraico rispetto all’approvazione della prima parte della discussa riforma della giustizia promossa in Israele dal governo Netanyahu.
A dirsi tra gli altri “preoccupata” è l’Associazione italiana giuristi ed avvocati ebrei (Age), fondata nel 2017 con l’obiettivo di promuovere la tutela dei diritti civili, la promozione della cultura e dell’istruzione, la lotta all’antisemitismo, all’antisionismo e ad ogni forma di razzismo e discriminazione.
In una nota, che porta in calce la firma del suo presidente Ariel Dello Strologo, l’Age sottolinea come anche “anche in Italia” la Corte Costituzionale utilizzi il criterio della ragionevolezza per valutare la costituzionalità delle leggi e come “da sempre” la Giustizia amministrativa abbia in Italia “il potere-dovere di annullare gli atti della pubblica amministrazione per eccesso di potere, a tutela dei cittadini e a garanzia della imparzialità dell’azione amministrativa”.
L’Age si dichiara “convinta che l’indipendenza della magistratura dal potere politico e dal Governo, che presuppone anche la non dipendenza dal potere politico della nomina dei giudici, specie quelli delle corti supreme” sia “uno dei pilastri dello stato di diritto e degli ordinamenti democratici”. E che “una magistratura indipendente” costituisca il presidio “delle libertà individuali e della tutela delle minoranze”. In questo senso si manifesta apprensione “per il progetto di legge governativo in corso di approvazione alla Knesset volto a sottoporre a scelta parlamentare, a maggioranza semplice, la nomina dei giudici della Corte Suprema” e si afferma ancora la convinzione che le “riforme sostanziali dei sistemi giudiziari”, per la loro delicatezza e portata costituzionale, “debbano essere largamente dibattute e condivise” e richiedano “maggioranze parlamentari elevate”.
L’intervento, segnala l’Age, si inserisce in un quadro di preoccupazione per gli “attacchi alla indipendenza dei giudici portata avanti da governi e maggioranze parlamentari in altri paesi democratici, che hanno suscitato in Europa la reazione della Commissione e della Corte di Giustizia a tutela dei valori democratici che stanno alla base dell’Unione europea”. Da qui la vicinanza testimoniata “a quanti in Israele, anche con continue pacifiche manifestazioni di massa, nelle Comunità ebraiche di molti paesi e quali rappresentanti di associazioni internazionali di avvocati hanno espresso queste stesse preoccupazioni e hanno chiesto – seguendo l’appello del Presidente dello Stato d’Israele Herzog – che qualunque eventuale riforma della giustizia nello Stato d’Israele sia largamente condivisa e rispettosa delle garanzie di indipendenza dei giudici, elemento essenziale di uno Stato democratico quale quello israeliano”. Indipendenza, si legge ancora, “che caratterizza l’ordinamento d’Israele sin dalla sua nascita nel 1948, stesso anno dell’entrata in vigore della Costituzione italiana che l’ha pienamente assicurata dopo la sua cancellazione da parte della dittatura fascista per oltre vent’anni”.
Dello Strologo racconta che, dalla diffusione del comunicato dell’Age, molti sono stati i commenti e le reazioni. È intanto in preparazione un incontro online sulla riforma della giustizia e le sue implicazioni che si terrà il prossimo 6 settembre.