“Rogo dei libri sacri,
atto altamente deplorevole”

Ancora pagine del Corano bruciate pubblicamente in Svezia.
Un nuovo episodio di una serie, stigmatizzata più volte in questi giorni da istituzioni e organizzazioni ebraiche. Al riguardo arrivano ora le parole di condanna dell’ambasciatore svedese in Israele Erik Ullenhag. In un messaggio inviato al Jerusalem Post, il diplomatico scrive che il governo di Stoccolma troverebbe “altamente deplorevole” il fatto che “estremisti e provocatori cerchino di seminare divisione tra i diversi gruppi all’interno della nostra società”. Scrive ancora Ullenhag che “la profanazione della Torah, del Corano o di qualsiasi altra sacra scrittura è un atto offensivo e irrispettoso e una chiara provocazione” e che “espressioni di antisemitismo, razzismo, xenofobia e relativa intolleranza non hanno posto in Svezia o in Europa”. Atti quindi “fermamente respinti” dal governo, sostiene l’ambasciatore. E che hanno potuto verificarsi per via dell’esistenza, in Svezia, di “un diritto costituzionale alla libertà di riunione, alla libertà di espressione e alla libertà di manifestare” particolarmente estensivo. Una legge che però, a quanto si apprende, potrebbe ora essere rivista.