Cesare Moisè Finzi (1930-2023)

Primario cardiologo all’ospedale di Faenza, Cesare Moisè Finzi è stata figura di spicco della Comunità ebraica di Ferrara, più volte sue Consigliere, oltre che assiduo Testimone nelle scuole e in ogni spazio pubblico vi fosse la possibilità di raccontare la sua storia e lanciare un messaggio. Un impegno incentrato sugli anni della gioventù, quando bambino fu cacciato da un’aula per effetto delle leggi razziste e poi, con il passaggio dalla persecuzione dei diritti a quella delle vite, costretto a fuggire e nascondersi. In mezzo a tanti pericoli e indifferenza, vi fu chi tese una mano. Come Gino e Pina Muratori, insieme a Guido Morganti, che aprirono le porte alla solidarietà e furono per questo poi insigniti del titolo di “Giusto tra le nazioni”.
Autore di vari saggi a tema ebraico, tra cui l’autobiografico “Qualcuno si è salvato. Ma nulla è stato più come prima”, Finzi era cittadino onorario dei Comuni di Ravenna, Cattolica e Gabicce. In evidenza, come attestato dalle varie amministrazioni che hanno voluto onorarne il contributo civile e di testimonianza, dispiegatosi lungo un ampio arco temporale, il “prezioso lavoro di diffusione di Memoria”, oltre all’alto valore dimostrato in ambito “civile, sociale e culturale” e lo sforzo profuso per l’affermazione di “rispetto, uguaglianza, difesa dei diritti umani” nella società italiana.
Finzi, tra gli allievi della scuola ebraica di via Vignatagliata che a partire dal ’38 accolse gli studenti espulsi, ebbe tra i suoi insegnanti Giorgio Bassani. Era stato inoltre il padre del celebre scrittore, medico anch’egli, a circonciderlo. A piangere Finzi, la cui vita terrena si è conclusa nelle scorse ore all’età di 93 anni, sono la moglie Vera e i figli Davide e Sara. I funerali si svolgeranno venerdì 4 agosto alle 11.30, presso il cimitero ebraico di Ferrara. Sia il suo ricordo di benedizione.

(Nell’immagine Cesare Moisè Finzi con il sindaco di Ravenna Michele de Pascale e il rav Luciano Caro)