Dall’architettura
a Helena Rubinstein:
i molti strati
della bellezza nell’ebraismo

Nell’ebraismo la bellezza non è mai un fatto solo estetico, ma un poliedro con vari significati e sfumature da cogliere. Non c’è bellezza se non c’è sostanza, non c’è bellezza all’infuori dell’etica. Concetti che saranno centrali nell’occasione della prossima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, in programma domenica 10 settembre con 101 località protagoniste in tutta la penisola e Firenze città capofila.
Firenze e bellezza: un binomio quasi scontato, vista la straordinaria ricchezza del patrimonio architettonico e artistico locale, cui anche il mondo ebraico ha concorso nei secoli e nelle generazioni. Si parte dalla sinagoga ottocentesca di via Farini, con la sua inconfondibile cupola verde, punto fermo del panorama urbano da oltre 130 anni e tra gli edifici più rappresentativi di quell’epoca dell’Emancipazione che determinò, anche per gli ebrei fiorentini, l’ingresso in una nuova era di possibilità e diritti. Non era scontato che sorgesse in quell’area, nel quartiere detto della Mattonaia, oggi non più così periferico come appariva allora. La Comunità ebraica del tempo si divise infatti in due partiti: chi prediligeva una posizione più centrale, incardinando una presenza a ridosso dei più celebri edifici e palazzi; e chi era invece alla ricerca di una discontinuità anche simbolica, perché il centro di Firenze era stato fino a non molto tempo prima la sede di un ghetto. Per entrare davvero in una fase nuova serviva un cambiamento: e quel cambiamento arrivò. 
All’ombra della sinagoga, domenica 10 settembre, molteplici i temi che saranno affrontati e declinati. Agendo nella direzione indicata al riguardo dalla Presidente UCEI Noemi Di Segni, che ha parlato di bellezza come sfida “di saper raccontarsi, rappresentarsi e farsi riconoscere come parte integrante della storia e della cultura italiana in tutte le sue dimensioni, alle quali l’attitudine e la millenaria tradizione ebraica di pensiero, azioni e patrimonio valoriale ha tanto contribuito”.
Ci si soffermerà così sulla bellezza come “bel rischio da correre”, tracciando in apertura le linee guida e i perché di questa scelta in controtendenza per l’Italia ebraica (negli altri 29 paesi d’Europa aderenti alla Giornata il filo conduttore sarà la Memoria). Per poi evidenziare tra i tanti aspetti la bellezza del donare, delle diversità e della solidarietà. Ma anche la bellezza insita nel Tanakh, acronimo che designa la Torah e i testi sacri dell’ebraismo, e la bellezza che scaturisce, più in generale, dalla lettura. 
Tra i relatori della sessione inaugurale, il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt – custode di uno degli scrigni di bellezza più visitati al mondo – illustrerà a grandi linee gli obiettivi di una mostra di prossima inaugurazione a Palazzo Pitti (23 ottobre) sul rapporto tra gli ebrei fiorentini e la famiglia dei Medici. Una relazione tra gli alti e bassi della Storia che ebbe come sfondo, per circa due secoli, proprio il ghetto. Fu Cosimo I de’ Medici, il primo granduca, a istituirlo nella seconda metà del Cinquecento (una sorta di “do ut des” per ingraziarsi papa Pio V, che gli conferì in cambio il titolo granducale). Allora il ghetto si trovava dove è oggi piazza della Repubblica, il centro esatto della città e suo primo insediamento già in epoca romana, quando Firenze (che era allora Florentia) fu fondata.
Bellezza, quindi, anche come tramite per la conoscenza. Il proposito delle molte centinaia di eventi che si svolgeranno in tutta Italia durante la Giornata della Cultura Ebraica, con porte aperte nelle sinagoghe, nei musei e negli spazi comunitari (per una panoramica completa è possibile visitare il sito web dedicato, con tutti i programmi città per città e alcuni interventi di intellettuali e rabbini sulla bellezza nell’ebraismo). Tra le numerose iniziative in agenda, a Roma, nei giardini del Tempio Maggiore, sarà presentato il libro “Italia Ebraica, storie ritrovate” con una serie di scritti in onore della storica direttrice del Museo ebraico Daniela Di Castro z.l., scomparsa nel 2010. A Milano, nella sede del Museo della Scienza e della Tecnologia, verrà discusso l’apporto ebraico alla bellezza “da Helena Rubinstein a Chloè, da Levi Strauss a Sonovia”. A Torino, lungo la cancellata del Tempio, saranno affisse citazioni sulla bellezza tratte dai testi della Tradizione. A Venezia, invece, saranno possibili visite al cimitero ebraico del Lido, una “casa della vita” che ha spesso affascinato anche la grande stampa internazionale (tra gli altri il New York Times). A Trieste uno degli appuntamenti sarà al Museo ebraico, dove sarà allestita una mostra dal titolo “La decima misura”. A Napoli una conferenza svelerà invece la bellezza di cui è portatore lo Shir-Hashirim, il Cantico dei Cantici.