BOLOGNA – De Paz:
Troppi segnali allarmanti, clima ostile

Non nasconde l’amarezza Daniele De Paz, presidente dal 2013 della Comunità ebraica di Bologna. Alcuni balordi hanno strappato dei manifesti dal Memoriale della Shoah cittadino raffiguranti i civili israeliani sequestrati da Hamas. Ad alcuni manifesti hanno dato persino fuoco. Ma non è soltanto quest’atto ad angustiarlo “quanto il clima che sento in città da qualche settimana: ho la sensazione che Bologna non stia reagendo nella maniera in cui dovrebbe”. Troppi “restano in silenzio o non si esprimono nel modo giusto, evitando di pronunciare parole precise e inequivocabili sull’identità di Hamas, sui crimini di cui è responsabile, sulla politica di annientamento di Israele che persegue”. È un clima pesante diffuso a più strati, “per quanto molte siano le reazioni di vicinanza e sostegno”. Partendo dalla gloriosa università locale, dove oggi studiano anche centinaia di israeliani. “Sono andato dal rettore, rappresentando le loro istanze: sono preoccupati e ne hanno motivo, visto che hanno subito dei messaggi intimidatori. La reazione di chi governa l’università, l’invito a firmare una generica petizione contro ogni violenza, è stata insoddisfacente”, spiega De Paz. “Partecipo senza se e senza ma a petizioni per la pace, ma chiedo che ci sia la massima chiarezza”. Oltre 240 tra professori e ricercatori dell’ateneo hanno intanto firmato un appello in cui definiscono la strage compiuta da Hamas “una rappresaglia impensabile, ma anche annunciata” e in cui si lanciano pesanti accuse nei confronti dello Stato ebraico, tra cui quella di praticare un regime di apartheid verso i palestinesi. Un messaggio al veleno che, per De Paz, richiederebbe con ancora più urgenza “delle parole chiarificatrici, perché non si può essere ambigui su temi del genere”. E invece le parole latitano, all’università come in altri contesti. “Bologna ha avuto per mesi la faccia di Patrick Zaki sulla torre degli Asinelli. È mai possibile che si faccia così tanta fatica a mobilitarsi per gli oltre duecento israeliani ostaggio di Hamas? Duecento persone, non una…sono allibito”, lamenta De Paz. Il presidente degli ebrei bolognesi ha l’impressione che stia montando un sentimento sempre più ostile “con la moltiplicazione di azioni trasversali di ogni tipo contro Israele e contro gli ebrei”. Racconta anche di una locandina che gli è da poco arrivata: annuncia la presentazione a Milano di un libro sulla strage del 2 agosto del 1980 il cui titolo è tutto un programma “Bologna: la pista israeliana”. De Paz ha subito informato Paolo Bolognesi, il presidente dell’associazione che raggruppa i familiari delle vittime: “Sta cercando di far bloccare questo orrore, resta comunque un altro segnale allarmante”.