GUERRA – I familiari degli ostaggi
agli eurodeputati: l’Ue agisca subito
In queste settimane l’appello dei famigliari degli ostaggi israeliani è risuonato in molte sedi, dai palazzi istituzionali ai cortei e flash mob organizzati nelle piazze. “Bring them home now” è lo slogan sostenuto con forza dal mondo ebraico. Quel messaggio è arrivato oggi al Parlamento europeo, a Bruxelles, dove alcuni familiari – accompagnati dal ministro degli Esteri d’Israele Eli Cohen – hanno raccontato le storie dei loro cari e chiesto all’Europa di intraprendere ogni azione necessaria per la loro liberazione. Cohen si è rivolto agli europarlamentari, descrivendo il conflitto con Hamas come “la guerra del mondo libero” per preservare i propri valori e le proprie conquiste. Il ministro ha ricordato come lo Stato ebraico sia stato attaccato anche da altri gruppi terroristici sostenuti dall’Iran, “il finanziatore numero uno al mondo del terrorismo”.
A Bruxelles c’è tra gli altri Ayala Yahalomi Luzon: suo fratello Ohad e suo nipote Eitan di dodici anni sono stati rapiti dai terroristi nel kibbutz di Nir Oz, uno dei teatri della carneficina compiuta da Hamas il 7 ottobre scorso. “Il tempo sta finendo. I leader europei devono agire ora”, ha esortato la donna. “Il mio sogno è di poter riabbracciare al più presto Ohad ed Eitan e chiedo a voi parlamentari di fare di tutto per dare un senso a questa speranza”, ha detto ancora Luzon, descrivendo il fratello come “un uomo di pace, che tiene ai palestinesi molto più di quanto faccia Hamas”.