FIRENZE – 1943 la deportazione,
2023 i cori contro gli ebrei
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Il 9 novembre del 1943, dal binario 16 della stazione Santa Maria Novella, partiva il primo convoglio di ebrei fiorentini deportati nei campi di sterminio. Delle oltre 300 persone rastrellate e ammassate nei vagoni, soltanto 15 fecero ritorno. “Ieri l’altro la senatrice a vita Liliana Segre ha detto di sentirsi come se avesse vissuto invano: a Liliana dobbiamo dire che no, non è così, che il suo lavoro è e resta fondamentale”, ha detto il rabbino capo Gadi Piperno, intervenendo alla cerimonia istituzionale in ricordo di quella deportazione. Ottant’anni dopo, l’impegno per rafforzare la memoria e la consapevolezza nella società non può interrompersi “ed è compito anche nostro cercare di spiegare cosa accadde”, ha esortato Piperno. Non mancano comunque i motivi di angoscia, ha evidenziato il rabbino capo, citando ad esempio il caso della dirigenza di quella scuola della Sassonia intitolata ad Anna Frank che vorrebbe un nome “meno politico” per l’istituto. C’è di chi preoccuparsi, ha aggiunto il rav, “se un pensiero simile circola nelle scuole e in luoghi di alta responsabilità”. Per fare della memoria un valore vivo “non bastano le cerimonie, ma è necessario un lavoro assiduo per comprendere il senso di ciò che è avvenuto”, ha sottolineato il presidente della Comunità ebraica Enrico Fink. “Le stelle di Davide dipinte sulle case, il coro ‘a morte gli ebrei’ gridato da alcuni: la vigilanza deve essere costante, perché l’antisemitismo latente purtroppo torna fuori”, ha poi aggiunto Fink.