GUERRA – 39ESIMO GIORNO
Caduta la soldatessa (rapita)
Noa Marciano
Si tratta sugli ostaggi

Il 7 ottobre la soldatessa Noa Marciano, 19 anni, era di guardia in una postazione del kibbutz Nahal Oz quando Hamas ha attaccato. La giovane era stata rapita e portata a Gaza. Di lei non si è saputo più nulla fino a ieri, quando i terroristi palestinesi hanno diffuso un video in cui si vede il suo corpo senza vita. “I nostri cuori sono con la famiglia Marciano”, hanno dichiarato i funzionari militari israeliani, confermando la morte della ragazza nelle mani di Hamas.
Non è tra i 239 ostaggi l’attivista per la pace Vivian Silver, 74 anni, tra le fondatrici del movimento Women Wage Peace. Si pensava fosse stata rapita dal kibbutz di Be’eri. La sua casa era stata data alle fiamme dai terroristi e il suo corpo non era stato ritrovato tra le ceneri. Oggi invece le autorità hanno annunciato il riconoscimento di Silver, diventata una delle oltre 1.200 vittime del massacro del 7 ottobre. “Non abbiamo mai smesso di sperare che fosse stata rapita, che fosse viva, che fosse con altre persone, che tornasse da noi”, ha dichiarato in un’intervista Yael Braudo-Bahat, co-direttrice di Women Wage Peace.
Nel 39esimo giorno del conflitto, il destino degli ostaggi è al centro di un incontro tra il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen e la Croce rossa internazionale. La richiesta è la stessa da oltre un mese: fare in modo che i medici dell’organizzazione umanitaria visitino i rapiti. Con il ministro a Ginevra ci sono alcune delle famiglie degli ostaggi. Altre stanno manifestando in Israele con una marcia da Tel Aviv a Gerusalemme. La richiesta al premier Benjamin Netanyahu è di trovare un accordo con Hamas per la liberazione di tutti i prigionieri nelle mani dei terroristi. “Stiamo andando a Gerusalemme per chiedere che Netanyahu e il suo gabinetto ci diano delle risposte. Sono passati 39 giorni e non abbiamo più le forze. Dobbiamo riportare a casa i nostri figli!“, ha dichiarato ai media Sheli Siman Tov, il cui figlio Omer è tra gli ostaggi.
Secondo fonti del Washington Post un’intesa sarebbe vicina e riguarderebbe le donne e i bambini. Non è chiaro il numero. Gerusalemme chiede l’immediato rilascio di almeno cento persone. Hamas su un suo canale telegram parla di 70. “L’accordo – scrive il Washington Post – potrebbe essere annunciato entro pochi giorni, se saranno risolti gli ultimi dettagli”.
Sul fronte del conflitto, da Gaza continuano le raffiche di missili contro Israele. Ad Ashkelon due persone sono rimaste ferite dalle schegge. Nel frattempo nella Striscia l’esercito prosegue la sua stretta contro i terroristi con combattimenti serrati. Sono 46 i soldati caduti dall’inizio dell’operazione via terra.