IL SONDAGGIO – SWG:
italiani oggi più vicini ai palestinesi

Più il conflitto con i terroristi di Hamas procede e più si erode il consenso degli italiani verso l’azione di Israele. Lo registra l’ultima indagine dell’istituto di ricerca Swg, dalla quale si evince che dallo scoppio della guerra la quota di chi dice di sentirsi più vicino alla “comunità israeliana” è calato di nove punti percentuali rispetto a un mese fa, passando dal 25% al 16%. In aumento al contrario il dato chi enuncia una maggiore empatia verso la “comunità palestinese”, che è salito dal 10% al 18%. Si è così registrato un sorpasso rispetto a una precedente rilevazione, svolta due settimane fa, quando la vicinanza verso la “comunità israeliana” (17%) risultava ancora prevalente su quella per “la comunità palestinese” (14%). Circa due terzi degli italiani non esprime una posizione netta nel merito: il 30% esterna vicinanza a “entrambe” le comunità, il 23% “a nessuna delle due”, mentre il 13% sceglie l’opzione “non saprei”. Prevale comunque “un atteggiamento critico” verso l’offensiva militare dell’esercito israeliano, sottolinea Swg. La ritiene “troppo violenta” il 50% degli intervistati (68% tra quanti si dichiarano elettori di centrosinistra), “giusta” il 20% (34% tra quanti si dichiarano di centrodestra), “troppo blanda” il 5%. Non si esprime il 25% del campione. Secondo più di un italiano su due (il 54%), una volta finito il conflitto la Striscia di Gaza dovrebbe passare “sotto il controllo delle forze dell’Onu”, mentre per il 33% sotto l’egida “delle autorità palestinesi” e per il 13% nelle mani di quelle israeliane. Dall’indagine si apprende anche che il 76% degli italiani si sente coinvolto a livello emotivo dagli eventi bellici (“molto” il 38%, “abbastanza” il 38%). Una cifra superiore al conflitto in Ucraina, che toccherebbe da vicino il 70% degli italiani (“molto” il 30%, “abbastanza” il 40%). “Nel corso degli ultimi cinque giorni lei ha seguito notizie riguardanti le guerre in Ucraina e in Israele?”, una delle domande poste da Swg. Nel primo caso risponde in modo affermativo il 73%, nel secondo l’83%. Il sondaggio, informa l’istituto di ricerca, è stato svolto con metodo Cawi su un campione rappresentativo nazionale di 800 soggetti maggiorenni.