LA RIFLESSIONE
Rav Della Rocca:
Una ricostruzione ininterrotta

“Isacco tornò a scavare i pozzi d’acqua che erano stati scavati all’epoca di suo padre Abramo e che i filistei avevano ostruito …..(Bereshìt, 26,18)

Isacco, il primo nato ebreo, un sopravvissuto che vive all’ombra del trauma di un mancato sacrificio e che porta un nome così ossimorico se riflettiamo sulla sua sofferta esistenza (Yitzchak in ebraico significa “colui che riderà”), sceglie di trascorrere il resto della sua vita a scavare quei pozzi che già suo padre aveva aperto ma che i filistei – un antico popolo cananeo – avevano in seguito ostruito, anteponendo l’invidia e il desiderio di cancellare ogni traccia della presenza storica di Abramo in quei luoghi al beneficio che queste stesse risorse economiche rappresentavano per tutti gli abitanti del posto.
Perfino il leader dei filistei, Avimelech, che solo poco prima aveva minacciato la condanna a morte per chiunque avesse fatto del male a Isacco (Bereshìt , 26,11), cambia improvvisamente tono dicendo al nostro patriarca: “….vattene via da noi perché sei diventato troppo potente…” (Bereshìt, 26,16).
Eppure Isacco non si scoraggia ma continua a scavare nella sabbia, contro le difficoltà e contro l’invidia dei vicini, che possono essere simboleggiati dalla sabbia, dalla polvere dell’abbandono e della distruzione. Chi di noi almeno una volta sulla sabbia non ha sperimentato la difficoltà di a produrre una buca? Mentre scaviamo la sabbia si riversa dentro al nostro lavoro, tentando di vanificarlo e riuscendo comunque a renderlo tutt’altro che semplice. seppure la polvere tenti di vanificare il nostro impegno, dobbiamo essere pronti a ricominciare, ancora e ancora, contro le difficoltà e contro il tempo stesso, che può facilmente essere simboleggiato dalla sabbia, la polvere dell’abbandono e della dimenticanza. ll lavoro di Isacco , il nostro lavoro consiste dunque nello scavare pozzi di Torà che i nostri predecessori hanno aperto e che i filistei di ogni secolo tentano di otturare e cancellare per sempre.

Rav Roberto Della Rocca, direttore dell’area Educazione e Cultura Ucei